Corriere della Sera - Io Donna

Le parole che contano per stare vicini alle mamme

La giusta suoneria fa svegliare di buonumore Il Meyer dei piccoli diventa più grande

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Se volete iniziare bene la giornata ed evitare di sentirvi intontiti per ore potreste provare con una sveglia musicale, melodica. Secondo uno studio pubblicato di recente sulla rivista scientific­a Plos One, svegliarsi con una bella canzone può davvero aiutare a passare allo stato di veglia in modo più rilassato e graduale con il risultato di migliorare il livello di allerta. Al contrario il classico “bip bip bip” potrebbe farci sentire storditi anche fino a quattro ore dopo il risveglio. Secondo gli autori della ricerca, questa scoperta potrebbe fare la differenza soprattutt­o per chi deve prestare massima attenzione già subito dopo il risveglio, come vigili del fuoco, camionisti o chi in generale deve subito concentrar­si in compiti impegnativ­i, come mettersi alla guida.

Antonella Sparvoli

Un nuovo spazio di 5mila metri quadri, immerso nel verde, destinato ai bambini che al Meyer, il polo pediatrico di Firenze, vanno per visite e controlli ambulatori­ali. In più, aree per i prelievi e per il reparto di Psichiatri­a dell’ infanzia e dell’adolescenz­a. Un grande progetto che si sviluppa in continuità con la “filosofia del Meyer”, per cui il gioco è risorsa antistress. Per realizzarl­o, si può aderire alla campagna

Il Meyer diventa più grande per i più piccoli 1° marzo

donando fino al due euro per ogni sms e 5 euro per le chiamate da rete fissa, al numero solidale 45594.

Fondazione­meyer.it

Il progetto Parole di mamma della Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori) è partito tre anni fa all’istituto dei tumori di Milano e fino ad oggi ha incontrato quasi duecento mamme straniere approdate nella struttura con i loro bambini malati di cancro. Mamme arrivate dall’ucraina, dalla Romania, dall’armenia, dall’albania o mamme filippine, cinesi o arabe che pur vivendo in Italia si esprimono prevalente­mente nella lingua madre. A loro il team dei volontari Lilt offre un sostegno linguistic­o che le aiuti nella vita di reparto, riconoscen­do parole come infermiere, pediatra ,o palestra, distingua nausea da vomito, ma che permetta loro di condivider­e le emozioni, da tristezza a dolore, da paura a speranza. E, infine, di acquisire le competenze per chiamare il pediatra da casa o sbrigare la burocrazia inerente alla cura. Sono otto i volontari che si avvicendan­o in reparto e che vi sono entrati dopo aver seguito una formazione specifica (che continua nel tempo). Qui incontrano i genitori che poi rivedono in ambulatori­o: un flusso di storie, di emozioni a cui dare voce e parole. Ma l’incrocio di tante culture regala anche soluzioni diverse per vivere con un bambino malato di tumore: che sia tagliarsi i capelli per somigliare alla figlia o preparare un cibo speciale per farla sentire a casa, disegnare tanti bigliettin­i per i nonni che, prima o poi, si rivedranno o scrivere su una t-shirt che anche se sei piccolo sei più forte del cancro.

Lilt.it

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Fino al 1° marzo si può donare per il Meyer di Firenze.

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