Corriere della Sera - Io Donna
Voglia di natura
Nuotare con i delfini. Scoprire le abitudini degli elefanti. Fotografare gli orsi. Ecco dove osservare animali e paesaggi straordinari
Amira ha 55 anni, è nata a Roma, vive tra Zurigo e Carloforte, isola di San Pietro, sud Sardegna. Ma la sua “famiglia” sta a Marsa Alam, in Egitto. Ogni anno si incontrano in primavera. Sottacqua. Perché è una famiglia di delfini, anzi una tribù. Tutti insieme raggiungono 100, 150 mammiferi pinnati che nuotano liberi e giocano con chi va a trovarli nel loro mondo sommerso. Una fiaba alla Walt Disney? No, una realtà. Amira la condivide con chi ha il suo spirito, e guida piccoli gruppi di snorkler grazie alla sua straordinaria capacità di comunicazione con i cetacei, sulle coste del Mar Rosso.
Non bisogna essere un sub esperto e nemmeno un giovane apneista, per provare la gioia immensa di giocare con i delfini nel loro elemento, in sicurezza. Basta ricordare che sono “animali come noi” e affidarsi. Lo hanno fatto decine di svizzeri, tedeschi, austriaci, di età compresa tra 21 e 79 anni. Da qualche tempo anche gli italiani sono impazziti per le vacanze “Dolhpin joy” (sul sito thefreespirit.ch). Amira ha dovuto raddoppiare le settimane a disposizione, oltre a farsi aiutare da un “sirenetto”: Davide Carrera, apneista da diversi record mondiali, trasferitosi in Andalusia, ma pur
sempre italiano doc (davidecarrera.com). Tutto l’equipaggio, le guide, i cuochi e il capitano dello yacht che accompagna sul luogo del magico incontro sono invece locali. A bordo ci si sveglia all’alba, si pratica yoga per prepararsi sia dal punto di vista fisico che psicologico, ci si immerge nelle tiepide acque di Marsa Alam e si inizia a fare amicizia. Di solito i delfini compaiono con una certa timidezza, poi è come se richiamassero i loro simili e alla terza immersione della giornata, dopo colazioni e pranzi con ingredienti vegetariani ad hoc, si strofinano addirittura contro le guide più esperte, che paiono riconoscere.
Nell’eden ritrovato
«Non si può descrivere la sensazione dell’incontro con questi socievoli mammiferi marini» racconta Amira Pacentra, soprannominata “ambasciatrice dei delfini” perché ha girato il mondo in barca e sottacqua, da Maui ai Caraibi, dall’india alla Sardegna. «E non si è mai verificato alcun infortunio, anzi: molti ospiti ritornano l’anno seguente». Tant’è vero che i posti sono liberi solo dal 23 al 30 aprile e dal 30 aprile al 7 maggio. Periodo perfetto per ammirare anche il reef, la barriera corallina che pullula di vita senza soffrire troppo il caldo in spiaggia.
Le vacanze a contatto con gli animali liberi nel loro habitat naturale sono sempre più un sogno che si avvera. Persino una famosa compagnia aerea tedesca ha pubblicizzato i suoi voli puntando sull’essere i primi a scoprire un posto, camminare a piedi nudi, vedere gli elefanti che nuotano. Il nuovo lifestyle del tempo libero è un ritorno “Into the Wild”. Ma con tutti i comfort e (per fortuna) senza l’epilogo del celebre film di Sean Penn.
Come in un documentario «Il bisogno del contatto con un essere primitivo, di un rapporto che stimoli tutti i cinque sensi, lontano dalle catene uomo-macchina della società ipertecnologica, è la conseguenza non solo del mito del buon selvaggio di Rousseau, basato sulla convinzione che l’uomo in origine fosse un animale pacifico, diventato malvagio perché corrotto dal progresso, ma anche della nostalgia per la purezza. Abbiamo bisogno di riviverla per riscoprirla in noi e riconnetterci con quella parte profonda in cui risiede un sapere innato che non si puo imparare, ma solo ritrovare. Gli animali ci sorprendono con la loro autenticità. Abbiamo ancora molta strada da fare per conoscerli davvero, alla ricerca di un linguaggio comune» sottolinea la psicologa Valeria Tornù.
I drammatici incendi in Australia hanno incentivato a provare esperienze uniche nella natura incontaminata, prima che gli angoli ancora intatti del pianeta subiscano le trasformazioni dovute ai cambiamenti climatici. È così
Il bisogno del contatto con un essere primitivo deriva dalla nostra nostalgia per la purezza