Corriere della Sera - Io Donna
È tempo di investire nei legumi
iamo attoniti tra gli scaffali degli alimentari, chiedendoci che scorta fare. Questo tempo invaso dallo sciame virale è come la tempesta di sabbia, violenta, che descrive Haruki Murakami in Kafka sulla spiaggia. E poi, quando sarà finita, probabilmente non sapremo come abbiamo fatto ad attraversarla, ma di una cosa saremo certi: «Tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato».
Intanto siamo nel vortice e qualcosa bisogna acquistare, qualcosa che risponda alle raccomandazioni di starsene fra le quattro mura più che si può e che sia nutriente e che sia salutare.
È la storia a raccontarci della provvista perfetta, perché quella da coronavirus non è certo la prima calamità della specie umana e i secoli hanno insegnato ai Sapiens che cosa è sensato coltivare e ammucchiare: i legumi, non per caso la base delle diete dei popoli di tutto
Sil mondo. La soia dei giapponesi, i fagioli neri dei messicani, le lenticchie della nostra Umbria. L’attenzione ai legumi è la lezione che potremmo portarci dietro dopo la tempesta. Noi, generazioni dimentiche delle abitudini degli avi, li abbiamo quasi estromessi da pranzi e cene. E invece mangiarli è sempre, sistematicamente, associato negli studi a un’esistenza più lunga.
I ceci, i piselli o le cicerchie prevengono in potenza obesità e diabete, ictus e infarto, aterosclerosi e cancro. D’altra parte, i legumi sono semi e i semi racchiudono una vita che verrà.
Si conservano a lungo quando sono secchi, non perdono le qualità nutritive sottozero o in barattolo. Costano poco, offrono varietà di sapori.
Proteine, ma zero colesterolo I legumi riescono a custodire il meglio di ogni categoria alimentare: sia le sostanze nutritive che costituiscono il patrimonio del regno vegetale, tra cui fibre, polifenoli, potassio, sia proteine, ferro e zinco come ci si può aspettare dalla bistecca. Ma, a differenza della carne, di colesterolo non hanno neanche l’ombra. L’altro vantaggio è che non contengono i grassi saturi di molte fonti animali, grassi che in quantità elevate possono contribuire alle malattie cardiovascolari.
Una volta erano definiti “carne dei poveri”, oggi potrebbero essere ribattezzati “carne dei furbi”.
Ideali nei piatti unici Molti si chiedono che posto assegnare ai legumi nella scansione delle portate. Sono un contorno perché vegetali? Un primo per via dei carboidrati? Un secondo se si considerano le proteine? Risposta: si trovano a metà strada fra primi e secondi e l’ideale è che diven
Liotta giornalista, scrittrice e comunicatrice scientifica, tiene su iodonna.it la rubrica “Il bene che mi voglio”.
La consulenza è di Elisabetta Macorsini, biologa nutrizionista di Humanitas.