Corriere della Sera - Io Donna
Chi sono i ragazzi in prima linea
Francesco e Clizia: dov’è l’amore perduto
QNadia Nazar, 17 anni, è co-fondatrice del movimento green Zero Hour: fa pressione sulla politica, perché ascolti le istanze dei giovani.
Quel che resta della mia rivoluzione è il titolo di un film. C’è Angela, otto anni, che decide di aprire il primo Mcdonald’s a Berlino Est e ci sono i genitori, ex comunisti, che fanno gli attivisti a modo loro (dovrebbe uscire in aprile, regia di Judith Davis). Quel che resta di una rivoluzione però è un bilancio paziente: aspetta tutti, ogni generazione dovrà tirare le somme alla fine delle sue rivoluzioni. E lo faranno anche i Fridays, ovvero “i ragazzi di Greta” che poi sono i cugini della Angela del film. Sono attivisti, adolescenti, appassionati: sono loro che stavolta stanno impartendo lezioni ai padri. Lo fanno a suon di ecologismo, dietro i (soliti) ideali o in nome di un diritto sacrosanto. La cosa più bella è il passo con cui si muovono tutti: spedito, concreto.
È lo stesso degli speaker di Radioimmaginaria, la prima radio europea inventata sei anni fa da un manipolo di adolescenti dentro un’ex pesa pubblica restaurata di Castel Guelfo, a due passi da Bologna: oggi sono in 300 e sparsi in 10 sedi, intervistano Obama, ritirano premi, stilano palinsesti con Saviano o Don Ciotti, parlano ai loro coetanei e viaggiano anche in Ape Car. Bologna-stoccolma è stata l’ultima fatica: volevano vedere dove è partita la rivoluzione che ha cambiato per sempre il ruolo degli adolescenti nei confronti di ambiente e futuro.
Michelle Obama dà una mano
La casa di Greta, la sua scuola. Il viaggio “Oltrape” è diventato il libro di Michele Ferrari Noi abbiamo futuro (Marcos y Marcos) ed è la conferma che ispirandosi a ciò che i loro genitori volevano al potere (l’immaginazione) hanno ispirato chi il potere ce l’ha. «Facciamo votare i ragazzi di Greta», ha detto tempo fa Enrico Letta. Yara Shahidi, 20 anni, attrice, modella e attivista, del resto sa quanto la rivoluzione si possa fare per strada o dentro le urne: ha fondato Eighteen x 18, una piattaforma dove invita i neomaggiorenni a votare alle elezioni,
e Yara’s club, un’associazione con cui incoraggia gli studenti delle scuole superiori ad affrontare dibattiti su questioni importanti. Ad aiutarla è scesa in campo Michelle Obama con il suo programma dedicato all’istruzione femminile, Young Women’s Leadership Network: per entrambe, quel che conta è esserci. Su ogni fronte. Quello climatico è l’ultimo e le seguaci di Greta non si contano più. Alexandria Villaseñor, 14 anni, leader delle ambientalisti statunitensi, ha iniziato a scioperare davanti alla sede delle Nazioni Unite dopo aver assistito a un grave incendio in California: ogni venerdì, a Manhattan, organizza dibattiti e cortei. Nadia Nazar, 17 anni, co-fondatrice del gruppo per la giustizia climatica Zero Hour, ha genitori di origine indiana e una verve inarrestabile: tutto iniziò una sera con tre amici on line, ora resta a scrivere email fino alle tre di notte per portare avanti le attività.
Una giovane statua della libertà
Cambiano i fronti ma anche i metodi. Ai cortei, per esempio, Sonita Alizadeh ha preferito il rap. L’emergenza per lei è un’altra: i matrimoni precoci e forzati. Sonita è afghana e ormai ventiquattrenne, ma la sua lotta risale all’adolescenza e a quel no riservato all’uomo che la voleva in sposa in cambio di novemila dollari (cifra che serviva alla famiglia per il matrimonio del fratello). Il titolo della sua rivoluzione è Brides for Sale (Spose in vendita), una canzone il cui video diventato virale attira l’attenzione delle persone giuste: le offrono una borsa di studio e si trasferisce in America dove oggi studia Legge e Sonita is a Traveling Swallow (Sonita è una rondine che viaggia) è il film di Rokhsareh Ghaemmaghami sulla sua vita. Alaa Salah, 22 anni, ha pensato invece di salire sul tetto di una macchina e diventare così “la statua della libertà
Fanno pressione sui genitori e sui politici. Usano una forza precisa che passa come una meteora solo in una fase della vita
Brides for Sale ha denunciato le nozze forzate volute dai genitori. La sua lotta risale all’adolescenza e ora vive negli Stati Uniti. sudanese”: aspirante architetto, ha portato alle dimissioni il presidente sudanese Omar al-bashir al potere da 30 anni. L’hanno immortalata con un velo bianco che le avvolgeva il corpo, oltre all’energia e alla lucidità tipiche dell’età. Sono le stesse di Lipa, la tredicenne protagonista di Imprenditori. Una favola famigliare (L’orma ed.), cui l’autore Matthias Nawrat affida il compito di parlarci del lavoro: lei e Berti, il fratellino, usano un gergo aziendale e una forza precisa che passa come una meteora solo in una fase della vita. È quella della verità, la stessa a cui i Fridays si appellano per chiederci una mano. Comprese due dodicenni di Boretto, cinquemila anime in provincia di Reggio Emilia.
Il mito è la green Emma Watson
Durante uno degli scioperi mondiali per il clima, non potendo unirsi a nessun corteo, le due hanno scritto e ritagliato cartelli a mano e li hanno distribuiti in tutti i negozi del loro paese: era la migliore delle proteste che potessero fare e l’hanno raccontata a Carola Benedetto e Luciana Ciliento durante uno degli incontri seguiti a Storie per ragazze e ragazzi che vogliono cambiare il mondo (Deagostini), un libro che offre a questa generazione esempi a cui ispirarsi. «Tutto è nato quando abbiamo scritto un saggio su temi ambientali per adulti e ci sentivamo spesso dire: parlatene ai ragazzi! Era come se fossero loro i veri ignari del problema. Quando lo abbiamo fatto invece la smentita è stata pazzesca», racconta la Benedetto. «Questi ragazzi sono più sensibili, hanno nervi più scoperti di noi, e una capacità di fare e agire per conto dei genitori incredibile. Siamo stati in mezzo a loro durante un corteo a Torino e li abbiamo trovati aggiornati e pronti a tirarsi dalla loro parte anche gli adulti, per convincerli a camminare a piedi o a fare bene la raccolta differenziata», aggiunge. Hanno consapevolezza, chiarezza e domande. «Quella che ci fanno sempre è: cosa possiamo fare di più? Sentono la pressione del tempo, per loro il 2050 è vicino. Sanno che l’innalzamento di quei tre gradi sarà l’inizio di una brutta fine. Sono preoccupati tutti con la stessa intensità in Italia, da nord a sud senza distinzioni. Greta è come una compagna di scuola ed Emma Watson, l’attrice che veste bene e green, il loro mito».
embra passato un secolo dal Festival di Sanremo, quando eravamo ancora spensierati, Amadeus non lanciava – utili, indispensabili – inviti a non uscire di casa ma presentava gli artisti, e si discuteva delle canzoni. A mio parere quello del 2020 è stato uno dei più bei Festival di sempre. Ho tifato per Piero Pelù, che stimo molto come artista e come uomo, e che aveva una canzone trascinante. Mi sono commosso come tutti per la struggente Fai rumore che ha vinto. Ho trovato la conferma che Francesco Gabbani è un grande musicista. Ma la canzone più straziante, a riascoltarla ora in questi giorni di solitudine forzata, è Dov’ è, delle Vibrazioni. Un
Stormentone della rete che poteva sembrare una banale storia di corna ha partorito un testo bellissimo, palesemente scritto da un uomo che soffre: “Chissà se poi sono io/quello allo specchio Cerco dai vicini/la mia dose giornaliera di sorrisi ricambiati/per potermi poi sentire socialmente in pace/con il mondo e con il mio quartiere Chiedimi se dove sto/sto bene/se sono felice Chiedimi qualsiasi cosa/basta che mi dici Dov’ è dov’ è dov’ è dov’ è dov’ è/la gioia dov’ è… Mi chiedo dov’ è quel giorno che non sprecherai/ il cielo rosso, l’orizzonte/e l’odio arreso al bene/dov’è…” A volte le donne pensano di avere il monopolio della sofferenza d’amore. A volte gli uomini pensano di avere il monopolio del tradimento. Non voglio entrare nella querelle che ha opposto il leader delle Vibrazioni, Francesco Sarcina, alla madre di sua figlia, Clizia Incorvaia. Sì, forse lei poteva evitare di finire al Grande Fratello Vip (“Clizia vi delizia” l’indimenticabile titolo di Dagospia). Ma in fondo sono fatti suoi. Dov’ è è una canzone che resterà, e non solo per la geniale trovata di farla scandire dal linguaggio dei segni che sul palco del Festival diventava un mimo, quasi un balletto. Del resto gli artisti quando soffrono compongono, suonano, dipingono, scolpiscono, scrivono. Quando sono allegri, escono. (Virus permettendo).