Corriere della Sera - Io Donna
Quello che le donne raccontano
(chiusura di frontiere e restrizioni, cose regolarmente avvenute), mi faceva dire che forse stavamo esagerando rispetto ad altri Paesi. I dati ufficiali, mentre scrivevo, registravano una mortalità ancora circoscritta: meno di cinque vittime su un centinaio di contagiati. A numero in edicola, eravamo a 2.706 contagiati e 276 deceduti. Una progressione che forse neanche gli addetti ai lavori potevano prevedere. Il che non mi giustifica: in situazioni mai verificatesi prima come questa, è facile tirare conclusioni smentibili e, siccome stiamo parlando di vite umane, è sempre meglio astenersene.
Fatta la dovuta ammenda, di quello che avevo scritto, tengo solo un concetto che prende più respiro ora che, mentre scrivo, molti Paesi stanno mettendosi in quarantena esattamente come l’italia. Avevo detto che il nostro era un Paese-chioccia, un’espressione che indica un atteggiamento iperprotettivo e che presuppone dall’altra parte un popolo-bambino. La penso ancora così in riferimento a circostanze normali, ma credo invece che, in momenti come questo, l’amorevolezza, la cura, la compassione con cui il nostro Paese sta cercando di non lasciare nessuno indietro sia degna di rispetto comunque andrà a finire. Per contro l’atteggiamento più “muscolare” di governanti, come Trump negli Usa e Johnson in Uk, per fortuna rientrato, ha dimostrato che in situazioni eccezionali, alla fine, la prima risorsa da non perdere è l’umanità.