Corriere della Sera - Io Donna
Come trascorrete le vostre giornate in questi giorni difficili? Raccontatecelo: scrivere (e leggere) è già una formidabile terapia
ho avviato un diario per dar ordine alle idee. Ne condivido uno stralcio. Giorno 1. Non ho mai avuto un balcone così pulito: un miracolo. Prima videochiamata con i nonni, almeno così ci vediamo. Giorno 2. Poteva almeno esserci il sole?! Grazie ad Ale, anche noi abbiamo un arcobaleno appeso al balcone. Giorno 3. Vicini di casa che pensano di essere spiritosi, chiedono ad Ale: “Ce l’hai il Coronavirus? Te lo attacco io!”... Giorno 4. Angoscia e terrore: il nonno ha la febbre. Sul pavimento, sulle sedie, sopra e sotto il tavolo: mucchi monocromi di Lego ovunque... È un arcobaleno anche questo! Giorno 5. Quando ti mancano gli allenamenti, non puoi andare al campetto e non hai un canestro, cosa fai? Ne costruisci uno in corridoio, con una scatola di scarpe... Giorno 6. Il mio papà sta meglio!!! Giorno 7. Secondo arcobaleno sul balcone: melius abundare. Dire al mio papà che il Covid-19 si è portato via uno dei suoi amici e cercare di scacciare quel che la sua mente e la mia pensano. Giorno 8. In camera storia dell’arte, in cucina dettato di italiano. Io pulisco le porte e sono giunta a una conclusione: ho troppe porte.
Daniela Regonesi
Ti racconto come procede il liceo in chat: a parte la prima settimana, in cui le mie due figlie sono arrivate al momento di connettersi vestite, colazione fatta e denti lavati, ora la grande si collega in pigiama (“tanto si vede solo la faccia”) e la piccola è perfino entrata (in chat) con un’ora di ritardo (“avevo capito male…”). Solidarizzo con i professori che in videolezione hanno la loro immagine storpiata dai continui scherzi informatici degli studenti: capelli verdi o nasone, l’uso di filtri sulla foto che li fa assomigliare agli avventori del bar di Starwars. Se ne è accorto persino il preside, che ha consigliato ai docenti di spegnere la telecamera mentre parlano. “Pessimi”, ho detto a mia figlia. Ma così loro si sentono più vicini ai compagni...
Eleonora
Venerdì pomeriggio ho chiamato mia madre, per lamentarmi del lavoro. Mi ha rimproverata di pensare a quello, mentre mio padre, geriatra, manifesta in silenzi, inappetenza e insonnia la tensione. E da venerdì sera mio papà ha la febbre. Mentre sto in coda per entrare al supermercato nella cornice di una piazza Gae Aulenti apocalittica, scoppio in un pianto incontrollato. Il mio ragazzo, avanti un metro, si volta con lo sguardo disarmato di chi non sa se davvero, per noi, andrà tutto bene e mi accenna un sorriso. E io fotografo l’attimo, per farne tesoro.
Letizia Riva
Sono un vivaista e in questi giorni ho ripensato alle spigolatrici, quelle donne che raccoglievano le spighe di frumento disperse nel campo dopo la mietitura. Donne forti che con questo durissimo lavoro contribuivano al mantenimento dei figli.
Mi auguro di cuore che come loro anche oggi le donne contribuiscano a risolvere i drammatici momenti che stiamo attraversando.
Giovanni E. Nogaro
Sono donna, moglie, madre e libera professionista. In questi giorni molto libera… ho chiuso il mio centro di terapie e attività corporee e le mie consulenze nelle scuole sono bloccate. Chissà cosa succederà… La meditazione e altre pratiche corporee mi hanno aiutato a fare mia l’esperienza della incertezza, e ri-trovare il qui e ora che mi ri-equilibra. Ora la mia giornata ha una nuova dinamica: mi sveglio, medito, leggo, cammino in giardino, nello studio vuoto faccio attività per il corpo e per la mente. Resto in contatto via chat con i clienti e scrivo in un blog, inserendo proposte per corpo, mente e cuore. Ho trovato un nuovo modo per essere professionista, per il momento volontariamente stando vicino alle persone. Ma chissà se questa non sarà un’opportunità per farmi scoprire qualcosa di nuovo?
Elena Fossati
Dopo oltre 20 anni di vite separate, lui in una città, io in un’altra per ragioni di lavoro e i weekend (neanche tutti) insieme, mio marito e io ci siamo ritrovati a vivere per 24 ore nella stessa casa! Ce la faremo, resisteremo? Lui in mansarda, io in salotto, a metà mattina ci incontriamo in cucina per un caffé, alle 13 uno snack veloce e ognuno torna nel suo “ufficio”. Alle 18 il suo spazio si trasforma in sala gym per la lezione di yoga via Skype. Insieme, da non crederci! Gli amici dicono “una seconda luna di miele”. Vedremo. Comunque, spero che presto finisca la clausura.
Roberta Barba