Corriere della Sera - Io Donna

Una carriera tra commedie (tante) e pellicole d’autore

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Sposato con Nicole Kidman nella serie (su Sky e Now Tv ai primi di luglio).

Il nome di Hugh Grant è legato a Quattro matrimoni e un funerale ea Notting Hill, ma a sceglierlo come protagonis­ta sono stati anche Roman Polanski e Stephen Frears...

Hugh Grant con James Wilby nel primo grande successo,

(1987). Venne premiato alla Mostra di Venezia.

Non solo commedie: eccolo con Kristin Scott Thomas in Luna di fiele di Roman Polanski (1992). È Edward Ferrars con Emma Thompson-elinor Dashwood in Ragione e sentimento (1995). cosa di diverso in questi anni: a settembre compirà 60 anni, è padre di cinque figli... Gli equilibri saranno cambiati.

Sì, ora faccio una vita impietosa, estenuante! Ho scoperto, per esempio, che se hai la mia età e cinque bambini in casa, non puoi permettert­i hangover, i postumi delle sbornie! (ride) Però è molto bello, e a volte mi sento dire che sono pure migliorato come attore negli ultimi anni. Penso che sia per questi bimbetti che adesso so amare così bene. Non lo trova commovente? (sguardo ironico) Sul serio, mi sento più aperto e meno legato, rigido. Altri drastici cambiament­i?

Mi sforzo di essere un padre giovane in un corpo vecchio, è durissima! Non faccio più lunghe partite di golf ma ne vale la pena, è dannatamen­te bello stare con loro, no? Non avevo mai capito che cosa volesse dire avere una famiglia. Avevo lasciato casa a 19 anni, ed ero diventato uno di quegli orrendi scapoloni che si danno al golf: sono contento di essermi lasciato alle spalle quell’immagine. Altre lezioni di vita?

Cerco disperatam­ente di insegnare ai miei figli un po’ di disciplina e in che modo affrontare le difficoltà. È troppo facile svicolare per farne a meno, ma a quel modo diventi un fallito senza alcuna autostima, una persona tossica. Mi è capitato di incontrare gente che ha ereditato fortune immense e si sente a disagio in certi ambienti. Credo succeda perché non hanno mai combinato nulla. Insomma: devi impegnarti, il problema è che non so come convincere i bambini a farlo. Magari userò la frusta, che ne dice? In ha un figlio da tirare su ed educare. Se si paragona a suo padre, si riconosce oggi nei suoi modi di fare?

Be’, quando hai dei figli diventi tuo padre, senza neppure esserne consapevol­e. Abbaio loro come faceva lui con me, faccio persino le stesse smorfie esagerate quando devo aprire una bottiglia, come se dovessi spostare una montagna: sono sempliceme­nte diventato lui. Forse però, come “padre”, assomiglio anche a mia mamma: è sempre stata buffa, faceva la sciocca con noi bambini, adottava un sacco di voci impensate, e io faccio la medesima cosa coi miei. Non sono sicuro però che loro si divertano molto, stanno sempre lì ad alzare gli occhi al cielo... Va bene, diventiamo tutti come i nostri genitori, ma invecchiar­e non è uno scherzo.

No, l’idea di morire non mi manda in visibilio. Certe volte, a notte fonda, mi sorprende pensare di essere ormai nel terzo stadio della vita. Dopo una partita a tennis mi sento un pezzo di legno e la situazione non migliorerà col passare degli anni, anzi presto dovrò farmi un’anca nuova... Non è granché sexy, ma - sa cosa? - è anche una tale liberazion­e non dovere più apparire come l’ “attraente e giovane protagonis­ta”. Che gran piacere potersi rilassare. Allora, a questo punto è molto più divertente interpreta­re personaggi dark e complessi perché noi siamo così. E adesso mi dica: sono riuscito, alla fine, a tirarle un po’ su il morale, così, di prima mattina?

Con Julia Roberts in un film che ha fatto epoca: Notting Hill (1999).

Donnaiolo con Renée Zellweger in Il diario di Bridget Jones

Marito di Meryl Streep in diretto da Stephen Frears nel 2016.

The Undoing

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