Corriere della Sera - Io Donna
Sorelle d’america
Una First Lady, l’altra principessa. La prima, moglie (quasi) impeccabile, la seconda frivola e chic. In un nuovo libro la storia di Jackie e Lee Bouvier fatta di amori, segreti di potere e mondana rivalità
Qui sotto, Lee Radziwill (a sinistra) e Jackie Kennedy a Ravello nel 1962: un’estate in cui vissero nel bel mondo italiano navigando a bordo dell’agneta, lo yacht di Gianni Agnelli.
Jackie Lee Kennedy Onassis (1929-1994, a sinistra) e la sorella Caroline Lee Radziwill (1933-2019). Di Jackie, meno nota è l’attività di editrice dopo la morte di Onassis. Fra le carriere più contorverse di Lee spicca quella di attrice teatrale: spinta dall’amico Truman Capote, il suo primo spettacolo è del 1967. Uno splendido flop, con costumi creati da Yves Saint Laurent.
Sopra, Jackie e Lee passeggiano a Londra con i figli e gli amati carlini, seguite dalle immancabili guardie del corpo di Jackie.
In alto, le sorelle a Conca dei Marini durante una vacanza amalfitana. Qui sopra, i genitori “Black Jack” e Janet Bouvier nel 1932, prima del divorzio.
S«Siamo uguali, restiamo sempre due passi indietro a loro». Sembrerebbe un dialogo fra mogli devote d’altri tempi: ma a dirlo fu il Principe Filippo, marito della regina Elisabetta, rivolgendosi a Lee Radziwill durante la visita di John e Jackie Kennedy a Buckingham Palace. Lui, guardando la sua regale consorte, lei occhi puntati su quella sorella dal fascino presidenziale il cui passo non seppe mai raggiungere. Fra le storie di rivalità famigliari, poche toccano il glamour tormentato di Jackie e Lee Bouvier; educate al culto dell’apparenza a suon di “denaro e potere” da Janet, impeccabile madre-arpia, come racconta Stéphanie Des Horts nel nuovo Jackie et Lee (Ed. Albin Michel).
Del marito “Black Jack” Bouvier, padre adorato e noto sciupafemmine, Janet tollera le amanti ma non l’instabilità economica; così viene rimpiazzato da un ricchissimo broker. Nel frattempo, le sorelle crescono, con qualche differenza. Jackie, quattro anni maggiore, preferita da genitori e società, sviluppa un ego tagliente; Lee scappa di casa bambina, traballante nelle scarpe rosse di sua madre. Fugge di nuovo undicenne, per recarsi questa volta in un orfanotrofio: «Ero così sola che chiesi alle suore se avrei potuto adottare qualcuno da tenere con me».
Primi passi nella buona società Il primo fidanzato di Jacqueline vanta intenzioni e intelligenza brillanti, ma non quanto il conto in banca, smascherato da amorevoli indagini materne; Jackie, obbediente, lo lascia rimettendogli l’anello nel taschino. Determinata, arriva alla redazione del Washington Times-herald: ha 22 anni e vuole scrivere; ci riesce, con indagini e interviste mordaci. A
ti. A Palm Beach, nella tenuta Kennedy La Guerida, è Janet a dare il benservito a Mike, intuendo come il titolo di principessa, per la figlia, sia molto vicino. E infatti poco dopo Lee scopre di aspettare un figlio da Stas: si sposano civilmente nel 1959. L’anno dopo nascerà la seconda figlia, lasciando Lee in preda a una forte depressione post-partum. A darle il colpo finale, quel 1960, è la vittoria di John alle presidenziali con cui Jackie diventa ufficialmente First Lady: «Chi potrebbe competere con questo? Per me, adesso è tutto finito». Malgrado ciò, la accompagnerà nel corso dei suoi viaggi ufficiali in tutto il mondo.
Grandi speranze, nuovi amori
Stas affitta una villa sulla costiera amalfitana, il loro status di coppia glam va alle stelle; Lee conosce tutti, dagli Agnelli ai Ruspoli, e lì invita Jackie per un tour che intrigherà la stampa americana: «In Italia, la First Lady ha ballato fino alle tre del mattino». John la richiama all’ordine, la dolce vita (e la sua intesa con Gianni Agnelli) nuoce alla sua immagine. Ma non a quella della mondana Lee: benché innamorati, i tradimenti fra lei e Stas si susseguono. Controverso anche il suo rapporto con il ballerino Rudolf Nureyev che, seppur omosessuale, vive a casa loro. Lee lo adora e organizza per lui feste strepitose.
A sconvolgere la buona società è però l’inizio della relazione di Jackie con l’armatore Aristotele Onassis. Ingenuamente, quando il quarto figlio di Jackie muore appena nato nel 1963, Lee invita la sorella sull’isola greca di Skorpios: da quel momento Ari non ha occhi che per lei. E il resto è storia, in quell’annus horribilis in cui Jackie visse in prima persona l’omicidio di John Kennedy. Questa vedova (in)consolabile curò la sua depressione recuperando l’intimo rapporto già avuto con il cognato Bobby Kennedy e persino con Jack Warnecke, architetto progettista del memoriale dello stesso Kennedy. Ma il suo imminente matrimonio con Onassis, come tutti, Lee lo scoprì dai giornali. Con un diamante di 40 carati al dito e un contratto che le garantiva il 13,5 per cento della fortuna di Ari, fu un’unione d’amore? Chissà. Lee intanto per dimenticare si innamora davvero (divorziando da Stas) dell’aitante fotografo Peter Beard. Vivono da artisti: affittano una casa nella tenuta di Andy Warhol a Montauk, partono in tournée con i Rolling Stones...
Ma come sempre, non dura. Le sorelle negli anni si allontanano; Lee a Parigi, Jackie accanto alla madre malata di Alzheimer a New York. Seppur con i 25 milioni ereditati da Onassis, Jackie scopre che la madre ha lasciato 750mila dollari a Lee come “indennità” per aver sempre favorito lei. Si spegne nel 1994 a New York.
Prima di scomparire lo scorso anno, Lee continuerà a splendere: un terzo matrimonio con il regista Herb Ross, l’attività di decoratrice, e poi di ambassador e pr per Armani. Della sorella e dei Kennedy preferiva non parlare. Nel 2015 la rivista Paris Match le chiese: Lee, sai che il loro fascino attrae il mondo intero? «Lo capisco, ma abbiamo raccontato tante bugie! Non parlandone, mi proteggo».
“Avrei sempre voluto essere una scrittrice, o reporter per giornali. Ma dopo il college... be’, ho fatto altro”