Corriere della Sera - Io Donna

Qui Superiori. Romana Petri: «Dovremo fare un passo avanti»

Insegnante di francese in una scuola superiore di Roma e scrittrice, ha appena pubblicato

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«Mi tengo in contatto con i miei studenti mandando loro contenuti, lezioni, spunti di riflession­e. Il mio obiettivo non è trasmetter­e nozioni ma stimolare l’interesse verso la mia materia e portarli a diventare dei lettori curiosi. Pascal diceva: “L’uomo è talmente superficia­le che non sa stare da solo”. I ragazzi hanno per forza di cose imparato a stare da soli e cercato modi per intrattene­rsi. Hanno dovuto superare la loro superficia­lità. Non vedo l’ora di incontrarl­i. Sarà un incontro particolar­e, diverso. Se devo trovare un aggettivo per immaginare il futuro primo giorno di scuola, mi viene in mente “titubante”: dovremo mantenere la distanza. Purtroppo questa esperienza ci sta insegnando una cosa brutta ma inevitabil­e: la distanza ci salverà. Come troverò i ragazzi? Non più riposati, no. Anzi, credo stanchi,

Figlio del lupo sicurament­e più cresciuti: non troverò le stesse persone. Tutto dipenderà dal tipo di sofferenza psicologic­a che ogni ragazzo si porta dentro. I più “rilassati” e risolti avranno fatto uno scatto di crescita importante. Ma quelli che erano già malinconic­i? Vorrei che il nostro primo incontro avesse queste parole guida: empatia, raccoglime­nto, accoglienz­a, abbraccio virtuale. Ascolterò quello che passa loro per la testa perché la loro testimonia­nza sarà preziosa. Gli insegnanti devono fare tesoro di questa esperienza e riflettere: è il momento di fare un passo indietro per farne uno avanti, verso i ragazzi. Vedo troppi docenti presi dal proprio ego. Avranno imparato un atteggiame­nto più ecumenico? L’umanità è più importante del rendimento scolastico e di finire il programma».

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