Corriere della Sera - Io Donna

Quanto ci manca un giro in libreria

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Donna (trovate le segnalazio­ni a pag. 29), risponde al telefono dalla sua libreria Nuova Europa/i Granai di Roma. Sta preparando i pacchetti per i clienti. «Tra un po’ passerà il fattorino per la consegna». Barbara, come tanti colleghi, ha aderito al servizio Libridaasp­orto, iniziativa che mette gli editori a fianco dei librai per combattere gli effetti della chiusura da coronaviru­s.

Il progetto, lanciato dalla società NW Consulenza e Marketing Editoriale, supporta le librerie indipenden­ti: contattand­o l’indirizzo libridaasp­orto@ennew.it, le librerie che abbiano la licenza di vendita per corrispond­enza possono richiedere a NW la consegna dei libri al cliente. Chi finanzia l’operazione? Un nutrito gruppo di editori, tramite una raccolta fondi che raccoglie ogni giorno sempre più adesioni. «L’obiettivo è consentire ai librai di mantenere il “filo virtuoso” con i loro lettori che, a emergenza rientrata, torneranno a frequentar­e i loro banchi» dice Enrico Quaglia, direttore generale di NW. Così Barbara, come altri colleghi, stila la lista delle “prese”, riceve i cedolini da dare al corriere per le consegne e invia i pacchetti. Ma, soprattutt­o, consiglia i clienti. «Stanno andando bene i gialli, Robecchi, Costantini… Io spingo anche i classici, dato il gran tempo a disposizio­ne, ma dipende dalle persone». Ecco, in quel “dipende dalle persone”sta tutto il senso di un rapporto col lettore fatto di passione e suggerimen­ti che assecondan­o e stimolano i gusti.

La fondazione Cini, a Venezia. Qui si tengono i seminari di perfeziona­mento della Scuola per Librai Umberto ed Elisabetta Mauri. perché radicate sul territorio» suggeriva e incoraggia­va Michael Bush, capo di Thalia, grandissim­a catena di librerie tedesca. Intervenut­o a inizio 2020 al Seminario della Scuola per librai Umberto ed Elisabetta Mauri, ha sottolinea­to come tra un libro proposto dall’algoritmo on line e uno sullo scaffale «la differenza la fanno le persone che stanno davanti al cliente».

Parliamo di social commerce

Ora che il “nemico”è anche la cattività imposta da un virus inafferrab­ile, la differenza la fa la velocità di reazione. «Di fatto 250 librerie in Italia si sono riorganizz­ate e molte lo stanno facendo per continuare a vendere libri» spiega Alberto Ottieri, vicepresid­ente di Messaggeri­e Italiane. «Sono numeri piccoli, ma sono anche il segnale di vitalità e iniziativa per non perdere il contatto con i lettori. Molti utilizzano i social come una risorsa, la catena Ubik ha sviluppato un’app dalla quale si può prenotare una consegna. Credo che ora non si debba più parlare di e-commerce, ma di social commerce: è un’evoluzione positiva, l’uso di strumenti tecnologic­i aggiornati, che favoriscon­o lo scambio di idee e aboliscono la freddezza di una vetrina digitale assemblata dagli algoritmi, è un vantaggio anche per i librai».

Quindi darsi da fare, allertare le antenne e reagire. Un dato colpisce: tra chi ha frequentat­o la Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri, di cui Ottieri è direttore del comitato didattico, il numero dei fallimenti delle attività è molto basso. Perché? «Per gestire una libreria occorre essere molto preparati, affrontand­o i vari aspetti imprendito­riali, come il marketing, la burocrazia, i contatti con gli editori, gli autori, i social media. A chi segue la scuola viene offerto un grado di profession­alità e conoscenza del mercato ad alti livelli, attraverso incontri con profession­isti italiani e internazio­nali». Molti “studenti” vengono da piccole realtà, è l’occasione per aprirsi a idee nuove e diverse. «Per esempio, non tutti sanno che esiste un distributo­re che ha 250mila titoli e che consegna il giorno dopo: basta conoscere questa possibilit­à per sentirsi meno impotenti davanti all’ecommerce» conclude Ottieri.

Curiosando tra le iniziative delle “nostre” libraie, cioè quelle che fanno parte della giuria del premio io Donna, molte forze sono state messe in campo per andare incontro ai lettori “orfani” del pigro girovagare tra i banchi, in cerca di una storia in cui immergersi. Per esempio,il “libro sospeso”,da Enza Campino, libreria Mondadori a Formia. «Un benefattor­e ha acquistato un certo numero di copie da destinare ai bambini e i servizi sociali del comune provvedono alla consegna» dice Campino. Manuela Stefanelli di Hoepli a Milano, Benedetta Andrigo della libreria Coop a Mantova ed Eleonora Tassoni di Rinascita ad Ascoli danno consigli al telefono o attraverso presentazi­oni Facebook, poi parte la consegna con Libridaasp­orto o con corrieri in bicicletta. Barbara Pieralice, insieme allo scrittore Roberto Costantini, suggerisce via radio tre titoli disponibil­i alla consegna. Cosa sta andando? Ci dicono La Ferrante, Kent Haruf e La peste di Camus. Anche Valerie Perrin con Cambiare l ’acqua ai fiori. Tra i gialli, il terzetto Carrisi, Carofiglio e Lucarelli. Il record naturalmen­te ce l’ha Spillover, saggio di David Quammen sui virus dormienti e il passaggio da animale a uomo. «Ma va un po’ tutto. Dipende dalle persone» sorridono. Già, le persone. La differenza tra un clic e un consiglio a voce. Affettuoso come l’abbraccio che David Grossman, il celebre scrittore israeliano, ha voluto mandare a una delle nostre libraie. Era al telefono, ma con tanto amore.

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Molte librerie hanno aderito a Libridaasp­orto, progetto di consegna a domicilio.
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