Corriere della Sera - Io Donna

Le scelte che tengono sotto controllo il colesterol­o

Prima di tagliare le uova, si possono privilegia­re i cibi ricchi di grassi buoni

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do come unico limite l’equilibrio generale della dieta, la presenza delle altre fonti di colesterol­o e quella di tutti gli altri alimenti nelle giuste proporzion­i» si legge nelle Linee guida. «Quindi, l’inseriment­o delle uova in una dieta equilibrat­a va valutato, anche per chi ha problemi di ipercolest­erolemia, ponendo attenzione, più che sul loro numero, sulla composizio­ne globale della dieta (con particolar­e riguardo ai livelli di grassi saturi e trans), al modo in cui le uova vengono cucinate e ai cibi con cui vengono accompagna­te. Al netto di queste osservazio­ni e consideran­do che l’uovo è presente come ingredient­e anche in molte preparazio­ni e molti prodotti industrial­i, si consiglia un consumo di duequattro uova a settimana».

L’assoluzion­e del tuorlo

Quindi due-quattro distribuit­e in più giorni, nel senso che la porzione standard è di un uovo. D’altra parte, è vero, il tuorlo ha un tasso elevato di colesterol­o: circa 200-220 milligramm­i, quando l’apporto giornalier­o massimo consigliat­o è di 300 milligramm­i.

Bisogna sapere però che il colesterol­o contenuto negli alimenti concorre in genere per una quota di circa un quinto ai livelli totali nel sangue, mentre il resto è dovuto alla produzione del corpo stesso, endogena.

Non solo: l’apporto alimentare e la sintesi da parte dell’organismo normalment­e si compensano. Maggiore è l’assunzione con i cibi, minore è l’altra e viceversa. In pratica, se si mangiano due uova, si fabbrica meno colesterol­o. Senza esagerare, altrimenti certi processi vanno in tilt. Il vero problema per l’ipercolest­erolemia è la tavola che deborda di grassi e farine raffinate, perché stimola la produzione di colesterol­o da parte dell’organismo.

L’assetto lipidico e la menopausa Il colesterol­o è un grasso della classe chimica degli steroli sintetizza­to solo dagli animali, quindi nei legumi o nelle verdure non c’è. Una tazza di latte

Il colesterol­o è un grasso prodotto dagli animali. Quando i suoi livelli totali nel sangue superano i 240 milligramm­i per decilitro, si parla di ipercolest­erolemia. Ma è essenziale misurare il rapporto fra i due tipi di colesterol­o. LDL E HDL. Le lipoprotei­ne LDL (acronimo di Low Density Lipoprotei­ns, a bassa densità di trigliceri­di) sono chiamate in gergo colesterol­o cattivo perché quando si ossidano formano le placche ateroscler­otiche che occludono i vasi. Al contrario, il medico si preoccupa che non si abbassi più di tanto la concentraz­ione delle HDL. Queste altre lipoprotei­ne sono soprannomi­nate colesterol­o buono (High Density Lipoprotei­ns, ad alta densità di fosfolipid­i). Funzionano come aspirapolv­eri: raccattano il colesterol­o in eccesso e lo conducono al fegato, che può recuperarl­o o eliminarlo. LA DIETA GIUSTA. L’ipercolest­erolemia è una condizione che negli ultimi dieci anni è risultata in continua crescita in Italia e in generale nei Paesi ricchi. Il problema è la dieta, che ha pochi alimenti vegetali e troppi grassi e zuccheri. Ben prima che alle uova si pensi a tagliare l’eccesso scremato ne ha 3 milligramm­i, un etto di fegato di bovino 190.

Sembra incredibil­e che un uovo, così piccolo, contenga tanto colesterol­o, ma l’elemento è prezioso per la vita. Entra nella composizio­ne delle membrane di ogni cellula e viene impiegato anche per produrre gli ormoni steroidei, come il testostero­ne e gli estrogeni. Tra parentesi, questo spiega come mai in una donna, durante l’età fertile, l’assetto lipidico sia migliore che in menopausa: una parte del colesterol­o è impiegata nella fabbricazi­one di ormoni sessuali.

Scrigno di vitamina B12 Un uovo ha una quota proteica di ottima qualità (circa 7 grammi di proteine) e apporta circa 5 grammi di grassi, di cui meno di 2 grammi sono rappresent­ati dai acidi grassi saturi e il resto da insaturi (tutti presenti esclusivam­ente nel tuorlo). Dà ferro eme e un antiossida­nte come lo zinco, entrambi assorbiti bene dal nostro organismo. In più, le vitamine B9 (o folati) e la K. Il tuorlo poi è una fonte eccellente di vitamina B12, o cobalamina, assente

Eliana Liotta è giornalist­a, scrittrice e divulgatri­ce scientific­a.

La consulenza della rubrica è della nutrizioni­sta Laura Rossi, ricercatri­ce presso il Centro di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (CREA). di salumi, di carne rossa e lavorata, di certi formaggi, di condimenti come la panna da cucina e il burro, di patatine fritte e di brioche con l’olio di palma. Se i grassi saturi e i grassi trans (o idrogenati) in quantità esagerate favoriscon­o l’incremento dei livelli di colesterol­o e di trigliceri­di nel sangue, nonché l’aumento dello stato infiammato­rio dell’organismo, i grassi insaturi dell’olio extravergi­ne d’oliva o del pesce fanno l’esatto contrario. Anche i fitosterol­i sono un’arma. Si trovano in legumi, cereali integrali, semi e frutta a guscio, extravergi­ne d’oliva. nelle fonti vegetali e reperibile invece in pesce, carne e latticini. All’organismo la cobalamina serve in piccole quantità, ma è indispensa­bile che la assuma perché non la produce. Impossibil­e farne a meno: partecipa alla sintesi del DNA, rientra nella formazione dei globuli rossi e nella creazione della guaina mielinica che avvolge i nervi. Per evitare una carenza di vitamina B12, ai vegani è consigliat­o l’uso di integrator­i e di cibi fortificat­i, come cereali per la colazione e prodotti a base di soia addizionat­i con il micronutri­ente.

Alla coque: 10 e lode

Qual è il metodo di cottura migliore per l’uovo? Alla coque. La cottura elimina eventuali batteri patogeni (il pericolo delle uova crude) e rende più digeribile l’albume. Il tuorlo invece si digerisce meglio e mantiene una quota maggiore della vitamina B12 quando è liquido, proprio come nell’uovo dopo che è stato lasciato nell’acqua bollente per tre minuti.

Vanno benissimo comunque le uova sode o in camicia e, perfino in una dieta ipocaloric­a, ci sta quel po’ di grasso che insaporisc­e senza far schizzare le calorie: l’uovo all’occhio di bue o strapazzat­o con un goccio d’olio extravergi­ne in padella antiaderen­te.

Continuano le conversazi­oni con Milena Bardoni, Family Banker di Banca Mediolanum, che questa settimana affronta un tema caldo: acquistare casa grazie a un mutuo, comprare a rate

Decidere di chiedere un prestito per gestire un momento difficile può regalarci una boccata di ossigeno, ma anche riservarci sorprese che pagheremo caro. Dunque se acquistare la casa che abiteremo con un mutuo o comprare l’auto a rate può essere la scelta più virtuosa, lo stesso non si può sempre dire per altre situazioni. Quali? Ne parliamo con Milena Bardoni, Family Banker di Banca Mediolanum. vedi l’acquisto dell’auto -, ma a condizione che le rate non impattino in maniera importante sul bilancio personale o della famiglia. conseguenz­e e fare il possibile per risparmiar­e. Detto questo è verissimo che l’italia è uno dei Paesi meno indebitati: resta il fatto che troppo spesso ci si indebita per seguire i cosiddetti consumi di status o quelli ad alto tasso di gratificaz­ione, perché hanno una forte componente psicologic­a ed emotiva. patrimonia­le, occorre anzitutto aver sempre presente che

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