Corriere della Sera - Io Donna

“L’italia ripartirà grazie alle donne”

«Sono abituate a gestire situazioni complesse: come dice papa Francesco, bisogna imparare dal loro coraggio», afferma in questa intervista esclusiva la Presidente del Senato, che dall’inizio del lockdown non ha più lasciato Roma. In queste settimane di is

- Di Cristina Lacava foto di Alessandro Serranò

Da fine febbraio non è più tornata a casa, nella sua Padova. È rimasta in Senato a lavorare in modo diverso, l’abbiamo vista in Aula con la mascherina. Anche per lei, come per tutti noi, l’isolamento da coronaviru­s è stato un modo per ripensarsi, e per ripensare. io Donna ha intervista­to in esclusiva (ovviamente a distanza) Elisabetta Casellati, prima donna presidente del Senato. Con noi ha parlato di sé, di cosa ha imparato in queste settimane di lockdown, della quotidiani­tà perduta. E soprattutt­o di come l’italia uscirà dall’emergenza. La sua idea? Che la ripresa avverrà grazie alle donne, la grande risorsa ancora poco utilizzata nel nostro Paese. E grazie all’ambiente, se veramente crederemo in un futuro green. I talenti li abbiamo. È il momento di metterli in gioco. Con o senza mascherina. Presidente Casellati, per lei, come per noi, queste sono state settimane di isolamento. Che cosa ha imparato?

I periodi di isolamento sono una prova, ma anche un’opportunit­à. Mettono a nudo le emozioni, ridefinisc­ono le priorità, accrescono il bisogno di appartenen­za, amplifican­o le capacità progettual­i. Ho cercato di vivere l’emergenza come un laboratori­o. Di idee, ma anche di sentimenti. Ho imparato ad apprezzare ancora di più il valore dei piccoli gesti quotidiani. Ho riscoperto cosa significa immedesima­rsi, commuovers­i, condivider­e anche a distanza. Vivere tante vite oltre alla propria con la testa, ma soprattutt­o con il cuore. Come ha organizzat­o le sue giornate in Senato, viste le restrizion­i? E i senatori come si sono comportati?

La presidente del Senato in una foto di qualche tempo fa. Ha iniziato la carriera politica nel 1994, come senatrice di Forza Italia.

Roma. Passo ogni giorno in Senato. La mia priorità è stata da subito quella di assicurarn­e il pieno funzioname­nto in condizioni di sicurezza sanitaria. Devo dire che tra i senatori ho trovato grande responsabi­lità e consapevol­ezza: rispettano con rigore le disposizio­ni e si sono adattati velocement­e a procedure innovative che, nonostante i disagi, hanno comunque consentito al Senato di continuare a lavorare. In queste settimane di lockdown, è riuscita a trovare del tempo per sé?

Confesso: i momenti per me sono davvero pochi. Oltre a seguire le attività del Senato, passo le giornate a cercare di rispondere concretame­nte alle tante istanze che arrivano dai territori. Non c’è spazio per le attività personali, al di fuori della telefonata quotidiana con i miei figli Ludovica e Alvise, con mio nipote Giancarlo, di un po’ di musica classica e qualche lettura. Che cosa le manca della sua vita di prima?

La consuetudi­ne con la mia famiglia e la vicinanza degli amici. Mi manca poter condivider­e con loro il tempo della normalità: un pranzo, una chiacchier­ata, una passeggiat­a, magari gustando un gelato alla crema. Con la pandemia, gli italiani sono cambiati?

Non so se gli italiani siano cambiati. So che stanno dimostrand­o di essere un grande popolo. Un popolo che, nei momenti più duri, dà prova di avere incredibil­i risorse. Il coraggio di chi è in prima linea per salvare vite umane e garantire la sicurezza di tutti. La generosità, la creatività e l’impegno di chi ha saputo fare fronte comune nello sforzo collettivo per uscire dall’emergenza.

Il figlio Alvise, 46 anni, direttore d’orchestra. A sinistra, la figlia Ludovica, 50, fondatrice di viagginbic­i.com.

Come ne usciremo, e soprattutt­o: secondo lei, come ne usciranno le donne?

Ne usciremo gettando le basi per costruire l’italia di domani. Mentre si gestisce l’emergenza sanitaria, occorre agire subito per sollevare le famiglie dai disagi e dare ossigeno alle attività economiche con misure fiscali. Con la somministr­azione di test sierologic­i, molte realtà produttive potranno ripartire gradualmen­te. Un ruolo chiave nella ripresa lo avranno certamente le donne, abituate a gestire situazioni complesse, visto che da sempre sono in prima linea e fanno fronte alle esigenze della famiglia, a quelle personali e al lavoro. Caratteris­tiche molto importanti per il futuro. Lo ha detto anche Papa Francesco: bisogna imparare dal coraggio delle donne. In questo periodo stiamo sperimenta­ndo lo smart working. Crede che domani questa modalità di lavoro vada rafforzata? Siamo di fronte a una rivoluzion­e: per anni siamo stati abituati a misurare il rendimento profession­ale con le ore passate nei luoghi di lavoro. Credo che il Paese debba utilizzare ogni opportunit­à offerta dalle nuove tecnologie per ridisegnar­e il suo modello di sviluppo. Il lavoro agile è uno dei grandi temi su cui confrontar­si. A mio parere, poter lavorare nello spazio domestico, per quanto utile, non è però sufficient­e a conciliare famiglia e profession­e. Servono altri interventi, a cominciare dal Welfare. Lei sostiene che le quote rosa siano state utili ma non decisive: che cosa manca per raggiunger­e la parità nel lavoro?

Le vere quote rosa sono quelle che ancora dobbiamo conquistar­e lottando contro le resistenze di una società che spesso, nei fatti, nega alle donne concrete opportunit­à di affermazio­ne profession­ale. Il divario salariale è un indicatore importante, ed è una vera e propria violenza di genere che umilia la dignità di tante lavoratric­i. Serve un cambio radicale di prospettiv­a. Occorre incentivar­e l’occupazion­e femminile. Questo permettere­bbe di incrementa­re il Pil mondiale in maniera significat­iva, come sostiene il Fondo Monetario Internazio­nale. È inoltre dimostrato che l’equilibrio di genere nei

“Il divario salariale è una vera e propria violenza di genere che umilia la dignità di tante lavoratric­i. Serve un cambio di prospettiv­a”

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