Corriere della Sera - Io Donna

“La gentilezza è l’ultimo atto politico”

- Conduttric­e e attrice

Geppi Cucciari,

«L’emergenza ha scattato una foto alla nostra vita e l’ha bloccata, dandoci modo di guardarla bene, di intraprend­ere un viaggio nel condominio interiore, visitando gli anfratti...». Geppi Cucciari ha cercato di “usare, non subire”questo tempo. La ripresa di Rai Pipol-lo spettacolo siete noi su Rai 3 è stata rimandata, ma ha continuato ad andare in onda con Un giorno da pecora su Rai Radio 1, si è inventata dirette Instagram la sera («Quando più ci si immalincon­isce... Così, siccome ho scelto questo mestiere per fare compagnia, è nata “La comunità dei cugini disagiati”»), si è tenuta in forma con crossfit, yoga e meditazion­e, si è inventata pasticcera («Mai preparata prima una crostata!»), ha scoperto che “vicino” da sostantivo può diventare aggettivo («I miei dirimpetta­i sono ormai famiglia»). «Il ruolo di parenti e amici, l’importanza degli abbracci, del rispetto, sono cose che a una certa età dovremmo già aver messo nell’agenda del cuore, però c’è sempre margine per le “pulizie emotive”: ho capito con chi posso attraversa­re le tempeste e con chi no». La sua ambizione non è tornare alla “normalità”. «È stata la “normalità” - dal piano relazional­e a quello ambientale - che ci ha portato qui. La speranza? Vedere la gentilezza al potere. Nel monologo Perfetta, scritto da Mattia Torre, dico una frase in cui credo: “La gentilezza è l’ultimo atto politico che ci è rimasto”. Speriamo! Purtroppo abbiamo la memoria corta, solo le donne ce l’hanno lunga e, di solito, con gli ex fidanzati... Prendiamo esempio da loro!».

Laura Marinoni,

«Casualità (per quanto alla casualità non creda): a gennaio mi sono diplomata istruttric­e di yoga. Tutti scuotevano la testa: a cosa ti serve? Ecco: l’8 marzo ho iniziato a regalare lezioni su Zoom, oggi ho 18 allievi». Laura Marinoni ha dovuto interrompe­re la tournée di I promessi sposi alla prova di Giovanni Testori ma passando dalla reclusione della Monaca di Monza (casualità?) a quella domestica non ha ceduto alla negatività («Mi sono protetta dalla pioggia di bollettini di guerra - intollerab­ili a livello psicofisic­o - spegnendo la tv, ed evito di pensare alla situazione catastrofi­ca del lavoro: attori e musicisti sono i pochi senza il minimo paracadute sociale»).

Come è riuscita a non lasciarsi abbattere? «Primo: si accetta la realtà, solo dopo si cercano - più che le vie d’uscite - le vie d’entrata... Il richiamo più importante che ci arriva dalla Storia è di rivolgerci in noi stessi. Uno non può mentirsi: stai chiuso in casa, di che hai voglia veramente? Cosa ti fa star bene? Come diceva il maestro Yogananda: quando entri in una stanza e c’è il buio, non metterti a prendere a bastonate il buio, accendi la luce! Non si agisce contro qualcosa, ma sempre per qualcosa... Divido la giornata tra yoga, pulizie, telefonate, lezioni di disegno; ho ripreso la chitarra dei 12 anni e ho scoperto il Qi Gong... E - sorprenden­te! - ho cominciato ad amare profondame­nte Milano, la mia città, dove non riuscivo a restare più di venti giorni. Tiravo le tende, oggi le apro: mi piace che sappiano che ci sono, come mi piace vedere gli altri sui balconi. Mi sono scoperta più forte (sto prendendo in mano la mia vita) e con una fiducia oltre ogni immaginazi­one perché - sostanzial­mente - è fiducia in me stessa. Sono tutto tranne che depressa: c’è adrenalina, la volontà di esserci. E di esserci al meglio. Ci sentiamo così vicini alla morte che abbiamo un radar per captare solo i valori e le persone vere. Ce l’abbiamo e non dobbiamo buttarlo via: è quello che ci consentirà di ricomincia­re. Ho provato addirittur­a attimi di assurda felicità, come quando il mio vicino ha cantato a squarciago­la: «Il mondooo/ Non si è fermato mai un momento/ La notte insegue sempre il giorno/ E il giorno verrà».

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