Corriere della Sera - Io Donna
La questione “micelle”
Per la sera il discorso è un po’ diverso. Chi ama truccarsi e non solo, visto che qualsiasi prodotto di skincare utilizzato durante il giorno (crema, siero, lozione, filtri solari) lascia un residuo che va asportato prima di andare a letto, dovrà utilizzare un démaquillant. Per questo le acque micellari sono ideali: rimuovono senza irritare e sono semplici e veloci da utilizzare. Come funzionano? «Lo struccante a base di micelle si basa sul concetto dell’utilizzo di una minima quantità possibile di tensioattivo, tale da creare una prima forma di aggregazione di queste molecole in acqua: le cosiddette micelle. Sono strutture sferiche che hanno una buona capacità di inglobamento della fase grassa (capacità struccante) e, a questa concentrazione (detta appunto concentrazione critica micellare), la quantità di molecole libere è minima. Mentre, stando alla letteratura scientifica, più molecole libere ci sono (cioè non aggregate a formare micelle o altro), più il sistema diventa aggressivo» rivela il cosmetologo Nicola Lionetti. Che specifica: «In ogni caso, a differenza degli struccanti in emulsione, le acque micellari non hanno una componente lipidica, perciò il loro utilizzo su pelli particolarmente secche potrebbe dare una sensazione di fastidio, di pelle “che tira”. Vuol dire che è stata troppo “sgrassata”».
Poi ci sono le formule a base oleosa. «Uno dei concetti di detersione in cosmetologia è “lavorare per affinità”. Dato che la maggior parte delle sostanze da rimuovere sono grasse e quindi si sciolgono in un prodotto composto principalmente dalla stessa sostanza, o sono particelle di sporco che, in genere, vengono facilmente inglobate da una componente oleacea, l’olio è da considerarsi dal punto di vista formulistico un buon metodo di pulizia» conclude il cosmetologo. Inoltre, è ben tollerato dalle pelli asfittiche e povere della componente lipidica superficiale. In questo caso, un detergente in olio serve a ricompattare la carenza di quelle sostanze di superficie che sono presenti anche nel film idrolipidico naturale. Dopo, è bene ripassare con una crema o un latte detergente.
Infine, si può utilizzare al massimo due volte a settimana un peeling che ha la funzione di rimuovere in maniera più energica gli accumuli di cellule morte e di attivare il turnover epidermico (normalmente ha un ciclo di 28 giorni). «Va utilizzato sempre di sera perché la pelle deve avere il tempo di ricreare durante la notte la sua protezione esterna e di non essere irritata dalla luce solare» ammonisce Magda Belmontesi.
Non dimenticate che la medesima routine deve essere eseguita anche su collo e décolleté, le aree ugualmente fotoesposte che spesso si trascurano e vanno facilmente incontro a problematiche quali disidratazione e cedimenti. E state certe che tale abitudine vi condurrà verso la cura quotidiana di queste zone con trattamenti specifici.
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