Corriere della Sera - Io Donna
FLAVIA LA ROCCA
Trentacinque anni, romana, è laureata in Scienze della Moda e del Costume a La Sapienza di Roma. Nel 2011 ha fondato il suo brand, caratterizzato da vestiti modulari che grazie a zip nascoste si possono comporre in modi diversi.
I primi a fare le spese dell’emergenza Durante la Milano Fashion Week dello scorso febbraio, sono sorti i primi problemi per gli stilisti emergenti. «Convincere i buyer ad acquistare la collezione è stato particolarmente difficile. Molti erano assenti a causa dell’allarme epidemia e in diversi casi non siamo riusciti a recuperare gli appuntamenti mancati, nonostante la nostra disponibilità nel fornire documentazioni» racconta Marco Rambaldi. Molti rivenditori, infatti, in previsione di un momento di difficoltà anche in Europa (la regione di Wuhan in Cina era già in lockdown dal 23 gennaio), hanno preferito ridurre gli ordini o non effettuarne proprio, specialmente con i marchi più piccoli. E il digitale in questo caso non è servito a molto.«raccogliere ordinazioni via mail non è la stessa cosa, perché non hai un contatto diretto con il compratore» dice Martina Grasselli, fondatrice di Coliac.
Il fermo da lockdown
L’8 marzo, poi, hanno chiuso tutte le fabbriche produttive non essenziali sul territorio, comprese quelle tessili. Le collezioni autunno inverno 2020/2021, appena presentate e messe in vendita, sono entrate in una fase di “congelamento”. «Ci siamo organizzati step by step, con la chiusura dell’ufficio a inizio marzo e il blocco del processo produttivo ma continuando da casa a gestire la progettazione e il design» racconta Sabrina Mandelli, che con Luca Adami ha dato vita a Ssheena. Uno stop che porterà diverse problematiche nei prossimi mesi. «Si sono creati ovvi ritardi e code nella produzione. La conseguenza è che le consegne avverranno in ritardo e una consegna tardiva accorcia di molto il tempo per la vendita» raccontano Luca Lin e Galib Gassanoff, fondatori di Act n° 1. La pausa forzata, per contro, ha creato le condizioni per riflettere sulla propria attività. «Ci ha dato il tempo di respirare, senza la costante pressione del sistema, e di riflettere su come poterci migliorare».