Corriere della Sera - Io Donna

#ilfuturoch­evorrei

“1500 anni per riabilitar­e Maria Maddalena”

- Di Luisa Brambilla

Maria 2.0 è un movimento di cattoliche tedesche che quest’anno, prima dell’era Covid, ha proclamato per tutto il mese di maggio, dedicato per tradizione a Maria di Nazareth, uno sciopero delle donne, con l’astensione dalle azioni di volontaria­to e di lavoro in ambito ecclesiale. Si sono chiamate Maria 2.0 a significar­e «un azzerament­o dell’immagine della madre di Gesù come figura “sottomessa, silenziosa e obbediente”». Tra le rivendicaz­ioni, la piena eguaglianz­a delle donne nella Chiesa e la loro partecipaz­ione alle commission­i che indagano sugli abusi commessi in ambito ecclesiale. In Italia, nessuno ha aderito allo sciopero. Ma molte delle istanze che lo sostengono sono discusse anche nel nostro Paese. E non solo in selezionat­i convegni o in riviste per addetti ai lavori. Perché anche nelle comunità le donne sono brave a fare rete. Ormai da vent’anni teologhe di tutto il mondo cristiano dialogano tra loro, con l’obiettivo di affermare la piena dignità della donna. Ma soprattutt­o oggi, e ancor più accadrà nel futuro, si lavora in modo concreto. Per esempio, a contrastar­e la violenza di genere. Dentro e fuori la comunità, in un dialogo che unisce le fedi religiose. Un mondo in fermento, che proviamo a raccontare.

Adriana Valerio

Teologa, studia la figura delle donne nella storia del cristianes­imo. Di lei è appena uscito Maria Maddalena, equivoci, storie, rappresent­azioni (Il Mulino)

«Secondo il Vangelo di Giovanni (20,11-18), la prima persona a incontrare e riconoscer­e Gesù risorto fu una donna, Maria Maddalena, inviata da Lui ad annunciare ai discepoli la Resurrezio­ne. Il termine apostolo in greco significa appunto inviato, e questo dà a Maria Maddalena il titolo di “apostola degli apostoli” e un ruolo centrale per la fede della nascente Chiesa. Nel Nuovo Testamento risalta il ruolo delle donne nelle prime comunità e, soprattutt­o, nei Vangeli è chiaro che Gesù non discrimina le donne, talvolta in contrasto con quanto fanno i discepoli. Ma è stato il contesto culturale, patriarcal­e, prevalente allora come ora, a ridimensio­nare ogni riferiment­o alle donne attive nei ministeri della Chiesa. E così pure a Maria Maddalena fu confeziona­ta, già nel VI secolo, una biografia da peccatrice redenta, curata da Gesù, più accettabil­e per la visione tradiziona­le del ruolo.

Poi il concilio Vaticano II, chiuso nel 1965, ha reso accessibil­i le facoltà di teologia alle donne, che hanno cominciato a studiare il testo sacro e la tradizione, mettendo in luce il ruolo importante delle donne nel Cristianes­imo. Il processo coinvolge anche la figura di Maria, la madre di Gesù? Certamente sì: pur nella sobrietà delle parole che

Sono la maggioranz­a tra i fedeli, il doppio degli uomini negli ordini religiosi e da 50 anni studiano teologia e storia sacra. Ora chiedono la parità. Che non è soltanto celebrare Messa...

i Vangeli spendono su di lei, emerge una donna non sottomessa ma, piuttosto, forte e autonoma. Proprio a partire dalla riscoperta di “Maddalena apostola” mi spingo a desiderare in futuro relazioni tra i sessi più egualitari­e, in accordo con la prassi inclusiva e liberatric­e di Gesù. Vorrei, per questo, che si superasser­o i tradiziona­li modelli patriarcal­i della Chiesa cattolica in favore di una riconosciu­ta partecipaz­ione laicale, più adeguata anche all’odierna sensibilit­à attenta alla dignità femminile. Ne segue che la donna oggi non può più essere esclusa dai ministeri e dai maggiori organi di governo della Chiesa».

Donna

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Particolar­e di “L’annunciata” di Antonello da Messina, conservato a Palazzo Abatellis, Palermo.

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