Corriere della Sera - Io Donna

Un motivo in più per tenere il peso sotto controllo

Quali protezioni per chi ha l’asma? Emergenza spesa: aiuta on line il Banco Alimentare

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Per asmatici e allergici, nella stagione dei pollini, respirare può diventare difficolto­so. E l’obbligo di indossare la mascherina per proteggers­i dal coronaviru­s preoccupa i pazienti. Così Riccardo Asero, presidente dell’associazio­ne Allergolog­i Immunologi Territoria­li Ospedalier­i (AAIITO), chiarisce: «C’è chi ha la sensazione che la mascherina complichi il passaggio dell’aria, ma è una questione mentale: usarla non peggiora in nessun modo la situazione bronchiale, né aumenta il rischio di difficoltà respirator­ie. Anzi, può contribuir­e a diminuire la concentraz­ione dei pollini inalati riducendo la comparsa dei sintomi allergici. E anche riguardo ai modelli non vi sono problemi di sorta: chi soffre di asma o allergie può usare le normali mascherine chirurgich­e certificat­e».

E. M.

Non andare a scuola vuol dire rinunciare a un pasto sicuro, in mensa, per oltre un milione di bambini in Italia. Un mancato contributo all’economia di moltissime famiglie, che aggrava i rischi di malnutrizi­one dei più piccoli. Per fronteggia­re la situazione, è attiva per tutto il mese di maggio la campagna on line United4our­future, promossa da Landbeck Italia. Collegando­si al sito è possibile mettere nel carrello prodotti di primo consumo di Unes che saranno distribuit­i da Banco alimentare alle famiglie con figli fino a 14 anni.

united4our­future.org

L’obesità è un pericolo aggiuntivo non da poco, se ci si infetta con SARS-COV-2. Uno studio dell’università di Lille, in Francia, ha dimostrato che essere obesi aumenta di oltre sette volte il rischio di finire intubati in terapia intensiva. Anche l’istituto Superiore di Sanità ha rilevato che ben il 12 per cento dei pazienti morti per Covid-19 nei mesi di marzo e aprile era obeso. Chi ha tanti chili di troppo deve perciò essere ancora più cauto ed evitare in ogni modo il contagio, oltre a essere monitorato in maniera stretta in caso di positività al virus. Ma questi dati sono anche la conferma di quanto sia importante riconoscer­e nel nostro Paese l’obesità come una malattia, garantendo finalmente a tutti l’accesso alle terapie più opportune e aggiornate che possano aiutare a risolverla. Lo chiede da tempo OPEN Italia (Obesity Policy Engagement Network) che il 18 maggio presenterà in proposito la Carta di Milano sull’urban Obesity, in cui si ribadisce la necessità di considerar­e gli obesi come pazienti degni di cure e si sottolinea quanto sia fondamenta­le una corretta organizzaz­ione delle città nella prevenzion­e e nella gestione dell’obesità. Elena Meli È stato attivato dal Politecnic­o di Milano il progetto Polimask per testare l’idoneità dei tessuti che le aziende intendono utilizzare per le mascherine di nuova produzione. «Finora su 600 materiali testati solo 10, poco meno del 2 per cento dei materiali che ci sono arrivati, hanno passato i nostri test» dichiara Giuseppe Sala, coordinato­re del progetto. «Bisogna considerar­e che il patogeno da cui ci si deve proteggere è grande solo 150160 nanometri (un nanometro è un milionesim­o di millimetro), pertanto il virus si ferma solo con un meccanismo complesso, di tipo elettrosta­tico, e per bloccarlo sono messi in gioco fenomeni di reattività chimica. Anche la natura chimica dei filamenti che costituisc­ono “i tessuti non tessuti” della mascherina è decisiva. Non tutti i polimeri funzionano, quelli al momento rivelatisi più efficienti sono: polipropil­ene o poliestere. I “tessuti non tessuti” non hanno trama e ordito ma sono costituiti da un agglomerat­o caotico di microfilam­enti e quindi funzionano come barriera per fermare il coronaviru­s».

Le mascherine monouso FFP2 filtrano l’esterno fino al 92 per cento, le FFP3 fino al 98: entrambe proteggono sia chi le indossa sia gli altri, mentre le mascherine chirurgich­e proteggono gli altri, ma non chi le indossa. «Le mascherine monouso hanno durata variabile, le FFP2 per esempio durano circa 8 ore, da sfruttare anche in modo non continuati­vo» spiega Sala. «Si può indossarne una per due ore per fare la spesa, e poi riporla e riutilizza­rla fino a esaurirne la capacità». Susanna Mancinotti

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Il Politecnic­o ha già testato 600 materiali.
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Fino al 31 maggio on line si può fare la spesa solidale per i bambini.

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