Corriere della Sera - Io Donna
Daniela Ghironi: «L’informatica deve essere un gioco da ragazze»
Insegnare il coding fin dalle elementari ed eliminare ogni barriera di genere: la ricetta della più “anziana” del team
Cagliaritana, laurea in informatica, passione per il calcio e il Barcellona, Daniela Ghironi, 38 anni, è la più grande del team. È lei a capo dell’area che ha sviluppato il codice per il server di Immuni.
Una donna a capo di un’area strategica di una Tech Company: perché in Italia è ancora una notizia?
«Dovrebbe essere considerata una cosa perfettamente normale. È assurdo che si continui a credere che alle donne non possa interessare come funzioni da dentro un pc».
Perché le ragazze che studiano informatica sono ancora pochissime, nonostante la forte richiesta del mercato?
«Stereotipi! Influenze culturali che contribuiscono a formare gli interessi sin da bambini».
Servirebbero quote rose anche nelle aziende tech?
«Io non credo che l’obiettivo da raggiungere sia avere lo stesso numero di donne e di uomini, mi sembra una forzatura. È più importante assicurarsi che non ci siano barriere che impediscono a chiunque di intraprendere questo tipo di studi. E poi insegnare coding sin dalle elementari».
Quando è nata in lei la passione per l’informatica?
«Credo sia nata insieme a me, già da piccolissima i giochi che preferivo erano robot e videogiochi. Mentre facevo le elementari, poi, mio padre comprò il Commodore 16 e nella scatola c’erano anche dei libri di programmazione per bambini. Appena ho capito che potevo crearmi da sola i videogiochi che volevo, è stato amore!».
Come si diventa brave informatiche?
«A parte la predisposizione per la logica, l’informatica richiede passione. Se non si ha voglia di imparare continuamente è meglio fare altro: le tecnologie e i linguaggi evolvono velocemente, per stare al passo è richiesto studio, curiosità, umiltà».
Risposta secca: come si costruisce l’app di successo?
«Con l’ossessiva attenzione al dettaglio».
Se la sua azienda fa a meno dei capi, perché improntata su libertà e fiducia, in cosa consiste la sua leadership?
«Il leader guida il team assicurandosi che la qualità del prodotto sia sempre elevata e che le persone crescano tecnicamente e umanamente, tramite un costante processo di feedback. La differenza con i modelli manageriali “classici” è che noi non diamo ordini, cerchiamo di essere un modello e un punto di riferimento per il gruppo, mettendoci anche noi in discussione perché non siamo, e non ci sentiamo, infallibili».