Corriere della Sera - Io Donna

Amore, fiducia, un pizzico di avventura e lo sguardo verso il cielo. Sono i consigli del celebre psicologo inglese Steve Biddulph, che in un libro raccoglie i suggerimen­ti per la più difficile ma anche la più entusiasma­nte delle imprese: far sì che, da ad

LE 10 COSE CHE SERVONO ALLE RAGAZZE

- Di Cristina Lacava foto di Maia Flore

Prime a scuola, con i fiocchetti rosa tra i capelli, i quaderni in ordine. Sempre puntuali a danza, la gioia di mamma e papà al saggio di fine anno. Sono così le vostre figlie? E siete sicuri che siano felici e non preferisca­no fare le capriole nel fango, o giocare a calcio? Che non sentano il peso di tanta perfezione? Crescere da femmina non è facile, neanche oggi. Troppe pressioni, troppa ansia da prestazion­e, troppo di tutto. Spetta alle madri, e ai padri, mettere un freno, e guidare la propria bambina guardando alla donna che sarà. A loro lo psicologo inglese Steve Biddulph, terapista familiare da 40 anni, ha dedicato il libro Le 10 cose di cui hanno più bisogno le ragazze per crescere libere, equilibrat­e e forti (TEA): una mappa per orientarsi, quando ci si sente confusi.

Biddulph segue le tappe della crescita: «Per avere una figlia forte e libera», dice a io Donna, «i genitori devono impegnarsi fin dalla sua nascita. Nei primi due anni di vita, una bambina deve sentirsi solo amata e protetta. Non pressatela anticipand­o i tempi dell’apprendime­nto. State con lei, rallentate i vostri ritmi. Datele spazio». Dai due ai cinque anni, è il momento della prima esplorazio­ne del mondo, delle prove di autonomia: una bambina va lasciata libera di sporcarsi e di annoiarsi. Meglio non farle indossare vestitini vaporosi di colori delicati che lascino passare un messaggio sbagliato, e cioè che lei debba stare seduta, a farsi ammirare. Non è una bella statuina.

L’ingresso a scuola poi è un momento delicato, ci si mette alla prova con le prime amicizie. E scatta l’ansia delle mamme: perché mia figlia non è stata invitata alla festa? Perché le altre fanno gruppo e lei no? Saprà essere empatica, accoglient­e? Quindi vai con gli inviti, le merende, con il conto preciso di chi va a casa di chi, e chi non va a casa di nessuno. Attenzione, perché basta un attimo per passare dal mettersi a disposizio­ne all’essere invadenti. Meglio fare un passo indietro, ascoltare le confidenze delle figlie ma non drammatizz­are se litigano con le coetanee: le prime amicizie sono una prova, aiutano a prendere le misure.

Biddulph ammonisce i genitori: «I problemi nascono sia se sono distratti o assenti, sia se sono troppo fissati con le performanc­e, a scuola e nelle relazioni». Gli adulti dovrebbero filtrare le pressioni del mondo esterno, che spingono le ragazze a essere le più belle, le più magre, le più affascinan­ti. Entrambi hanno un ruolo importante, ma diverso: «La mamma dev’essere la roccia salda, alla quale ancorarsi; il papà, l’elicottero che fa volare». Ma c’è un altro adulto che, soprattutt­o in adolescenz­a, dovrebbe entrare nella vita di una ragazza e far da confidente: la zia. In un’età così delicata, facile che i genitori siano tenuti a distanza, e allora chi meglio di una zia - affettuosa ma non impositiva - per mantenere il contatto?

Se il lavoro di mamma e papà (e della zia) nel corso degli anni sarà ben fatto, una ragazza si sentirà abbastanza forte di sé, sicura, libera e pronta per affrontare la vita da adulta. «Non si comporterà e non si mostrerà solo per quello che gli altri si aspettano da lei ma per come vorrà davvero. Saprà farsi rispettare e far rispettare il suo corpo, nei primi rapporti di coppia. Un altro passaggio fondamenta­le». A quel punto dovrà giocarsela da sola. «C’è ancora bisogno del femminismo. Ora spetta alle ragazze portare avanti le battaglie per la parità».

Il decalogo del terapista familiare Steve Biddulph, autore di best seller sull’educazione dei figli

Un inizio pieno d’amore e sicurezza

Potersi sfogare, vivere intensamen­te l’infanzia

La capacità di stringere amicizia

L’amore e il rispetto di un papà

Far crescere le passioni, gli entusiasmi, la voglia di vivere

La presenza di una zia, soprattutt­o in pubertà

Una sessualità felice

Sviluppare forza interiore

Femminismo: sapere che la strada per le donne è lunga

Nutrire la spirituali­tà

«Non avere paura dell’ambizione»Giovanna Iannantuon­i, rettrice dell ’università Bicocca di Milano e madre di Chiara, 8 anni «Sono cresciuta in una famiglia tradiziona­le di Foggia, ma i miei genitori mi hanno dato la stessa libertà che aveva mio fratello. Mio padre mi ha supportato, ha voluto che seguissi la mia strada, che inseguissi i miei sogni e mi realizzass­i in un equilibrio sostenibil­e. Lui e mia madre hanno sempre creduto in me. Oggi anch’io voglio che Chiara cresca forte e libera, che realizzi i propri talenti. Voglio che sia equilibrat­a, felice e ambiziosa. Sì, ambiziosa: una parola che a noi donne fa ancora paura, e invece dovremmo utilizzare più spesso. Sono rettrice all’università Bicocca da ottobre, e l’ho portata già più volte a vedere il mio posto di lavoro. Ora sa che se sono andata in ufficio anche durante il lockdown è stato perché ho la responsabi­lità di una comunità di 40mila persone. Credo importante che Chiara capisca il senso di quel che faccio. In quanto ai canoni estetici, le bambine sono sottoposte a una pressione pazzesca, è difficile che non ne subiscano il condiziona­mento. Sto cercando di trasmetter­le l’idea che non dobbiamo uniformarc­i, che ognuno è se stesso e basta. Certi programmi tv con bamboline dagli occhi sgranati non glieli faccio neanche vedere. Ma soprattutt­o cerco

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