Corriere della Sera - Io Donna
Quello che le donne raccontano
e avete una certa età e non avete dimenticato la buona educazione, sarete alle prese, in questi giorni di libertà ritrovata, col dilemma di come comportarsi in questa nuova socialità. Ognuno sta prendendo il disgelo dei rapporti a proprio modo: c’è chi vi si è lanciato senza troppe remore e chi invece ancora nicchia, spizzando il bollettino giornaliero della Protezione civile neanche fosse l’oracolo. Personalmente mi colloco tra gli “ancora prudenti”.
Mi aspetto che gli altri tengano conto delle mie precauzioni, ma certo non penso che le indovinino. Proprio per questo, quando procedo a qualche invito, lo faccio informandomi delle regole altrui. Ne viene fuori una conversazione che in altri tempi sarebbe stata surreale. Una volta le domande “stai
Suscendo?” oppure “hai visto qualcuno?” sarebbero state invadenti, adesso servono a capire se l’altro ha superato la fase dell’isolamento. Sì, perché avrete già sentito parlare di quelli che in lockdown si sono trovati bene al punto di non volerne uscire. In caso contrario si può proseguire con l’indagine: “Potremmo vederci, anche solo per due passi”. Questo è il minimo sindacale, se dall’altra parte si tergiversa, è meglio mollare. In alcuni casi si assiste a un rilancio: “Ma anche seduti”. Seduti, però, non è una modalità univoca, meglio chiarirsi subito: “All’aperto?”.
Qui le mie regole di prudenza cominciano a entrare in una fase di negoziazione: se l’altro si dice disposto anche all’opzione al chiuso, tento di indirizzare la scelta su qualche posto a bassa frequentazione e con ampio distanziamento, avendo già una lista a disposizione per restringere il campo. La questione si complica quando ricevo un invito in casa insieme con un numero indefinito di ospiti. In altri tempi avrei trovato ineducato chiedere notizie sul numero dei commensali, ora non solo lo faccio, ma mi spingo a chiedere di chi si tratti, come se, solo sapendolo, potessi confrontare il loro livello di accortezza col mio. Si può decidere di non fidarsi degli altri. Oppure si può indossare la mascherina, come fosse quella dell’uomo tigre, e scendere sul ring. Restare umani è necessario ma non è mai stato così difficile.
“Esci? Ma quanto esci?”. La sfida della “prudenza” alla buona educazione