Corriere della Sera - Io Donna
La mia isola è servita
Martina Caruso è nata il 22 dicembre del 1989 sotto il segno del Capricorno. O meglio, dei record. Nel 2016 è la più giovane stellata d’italia, “cuoca dell’anno” per Identità Golose, “cuoca emergente” per il Gambero Rosso. Meno di tre anni dopo ritira il “Premio Michelin Chef Donna”. Vive e lavora a Salina, meravigliosa isola delle Eolie. Il suo regno è il Signum, albergo-ristorante fondato dalla mamma, ex psicologa a Messina, e da papà, ex impiegato comunale. A quattrodici anni ha sentito la “chiamata”.
Com’è successo?
Dovevo decidere la scuola superiore e ho scelto l’alberghiero. Sono cresciuta guardando cucinare papà, ma non mostravo particolare interesse. I miei non se l’aspettavano e non l’hanno presa benissimo. Prima hanno pensato: non vuole studiare. Poi mi hanno chiesto: sei sicura? Quando gli altri festeggiano, tu lavori. Avevano ragione?
È un mestiere duro, e ancora maschile, ma partivo in vantaggio. Potevo sempre tornare a casa. Quando ho cominciato, mi è piaciuto tantissimo: la trasformazione, l’adrenalina del ristorante! Un grande amore. Ci sono lavori ugualmente pesanti e meno belli. Da chi ha imparato?
Nei mesi invernali ho frequentato varie cucine come stagista. Sono stata a Roma, da Rosetta e da Antonello Colonna, a Londra da Jamie’s Italian di Jamie Olivier, poi da Gennaro Esposito a Vico Equense. Ho studiato le nuove tecnologie, la cottura sottovuoto… A 22 anni mi sentivo pronta. C’è un futuro per le donne chef ?
Secondo me, sì. Tante ragazze stanno entrando nella ristorazione. La mia brigata è mista (metà e metà). E l’isola è femmina.
Qual è il suo stile?
Ho un grande rispetto per le materie prime, per i sapori della mia terra. Il cappero di Salina e le erbe mediterranee sono alla base di tutto. La mia cucina è dinamica, giocosa, creativa. È leggera. È aperta al mondo, perché la storia siciliana è fatta di incroci e a me piace viaggiare, soprattutto in America del Sud.
Che cosa dice alle future chef ?
Quello che mi hanno chiesto i mei: «Sei sicura?». (Roselina Salemi)