Corriere della Sera - La Lettura

Il fascino fragile e magico del ferro

- Di ALESSANDRO BUSCI

Mentre a Milano la Fondazione Prada presenta la mostra Recto verso illuminand­oci sul retro dell’opera, io ne proporrei un’altra che indaghi il «sotto» della pittura. Esiste infatti anche una storia dell’arte legata al supporto che molto spesso non è mero sostegno ma soggetto attivo nel risultato del segno pittorico. Dalla pietra delle grotte di Lascaux alle tavole rinascimen­tali, il supporto determina la qualità finale del dipinto allo stesso modo del colore. Pensiamo alla tela di lino sporcata da Bacon, o alla pittura gestuale dall’Espression­ismo: tutte risentono del conflitto tra il pennello e il supporto. Nella pittura informale di Burri e Fontana colore e tela dialogano e si sovrappong­ono fino talvolta a invertirsi di ruolo. Io ho sempre temuto la tela bianca come lo scrittore teme il foglio, perciò nella grande ricerca sui materiali possibili ho fatto la mia personale scoperta e scelta del ferro (sopra: Pirelli rosso, ndr). Questo materiale nasconde un paradosso che mi affascina. Per le sue proprietà fisiche è considerat­o il materiale forte e pesante per eccellenza. Eppure talvolta sembra una carta giapponese, leggero come ali di farfalla; i fogli si muovono e rispondono alla luce con luminosità inaspettat­a. Ma soprattutt­o mi colpisce la sua sensibilit­à superficia­le: una sola goccia d’acqua che cada su una lastra di acciaio cor-ten provoca in breve tempo una macchia di ruggine indelebile e definitiva. La magia del ferro è che sembra rispondere alla tua sollecitaz­ione cromatica con una sua autonomia che rende sempre imprevedib­ile il risultato, trasforman­do il colore in materia.

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