Corriere della Sera - La Lettura
Gli scarabei portafortuna amati dal Sole
Un mito nell’antico Egitto
Lo scarabeo stercorario è un insetto della famiglia dei coleotteri che crea pallottole di sterco e le fa rotolare per portarle in un nascondiglio, dove gli servono da cibo e per deporvi le uova. Nell’antico Egitto l’immagine dell’animale che fa rotolare la pallottola giallognola ispirò un collegamento col movimento del Sole nel cielo, che gli egizi si figuravano sospinto da uno scarabeo. Di qui l’associazione dell’insetto con il tempo e le trasformazioni. Il nome dello scarabeo è kheprer, «ciò che accade» o «diviene», dal verbo kheper, «accadere» o «divenire». L’animale si identifica in particolare con il sole nascente, Khepri, raffigurato come uno scarabeo con il disco solare fra le zampe anteriori. Scarabeo è anche il nome che viene data agli amuleti a forma di scarabeo, fra i più diffusi nell’antico Egitto: realizzati in pietre preziose, come la cornalina, o in materiali meno nobili come la steatite o un particolare tipo di porcellana egiziana ( faïence), con lunghezze di solito fra 1 e 5 centimetri (sopra: amuleto in forma di scarabeo, epoca tarda, Museo Egizio di Torino). La base di solito è piatta e reca geroglifici, immagini o motivi decorativi incisi. Perforati per essere montati in anelli o infilati in una collana, potevano essere usati come sigilli o come amuleti protettivi. Alcuni più grandi venivano posti sul cuore della mummia e recano un’iscrizione dove si ingiunge al cuore di non testimoniare contro il defunto nel tribunale dell’Aldilà, presieduto dal dio Osiride, davanti al quale doveva dimostrare di non aver commesso peccati.