Corriere della Sera - La Lettura
Scommette su «Padri e figli»: grande repertorio accanto ad autori d’oggi Via blues e jazz, cartellone per bimbi dai 2 anni in su. E pubblico protagonista
Edizione di conquista. «Inclusiva», preferirebbe dire qualcuno. O «identitaria». «Pedagogica». Qualunque sia la definizione, il senso è chiaro: il festival Mito 2016, al decimo anno di vita ma nuovo di zecca per governance, presidenza, direzione artistica e struttura organizzativa milanese, punta a un pubblico più vasto. Ai neofiti; a chi non ha mai assistito a un concerto; ai bambini; agli stonati di ogni età. A chi ama la musica. Classica. E a chi non sa ancora di amarla.
Milano e Torino, dal 2 al 22 settembre: 160 concerti nelle due città, ogni sera uno gratuito in periferia; 91 compositori viventi in repertorio; programmi originali creati apposta per la rassegna; sei prime esecuzioni assolute, due per l’Europa e quattro per l’Italia; nomi che vanno da Riccardo Chailly a Gianandrea Noseda, da Barbara Hannigan a Toquinho, passando per Cristina Branco e Mario Brunello. E, ancora, il patrocinio del ministero dei Beni culturali, una grafica inedita, la sezione dedicata ai più piccoli. E due novità fondamentali: nel 2016 Mito torna al- la sola classica (senza jazz, blues, fringe) e si presenta con un tema: Padri e figli. I maestri di ieri raccontati, rivisti, celebrati dagli eredi di oggi.
Ritorno alle origini. «Volevamo riaffermare la nostra identità — racconta la neopresidente Anna Gastel — declinando la classica in modo contemporaneo, affidandola ai grandi esecutori del XXI secolo. Non immaginatevi niente di noioso». O di inaccessibile: ogni concerto sarà accompagnato da una guida all’ascolto, in tutto 4 minuti di presentazione, mentre i sopratitoli, in alcuni casi, accompagneranno le partiture. «L’obiettivo — continua la presidente che ha appena inaugurato l’Associazione per Mito Onlus a sostegno del festival — è rendere tutto più godibile e immediato: la musica prima deve arrivare al cuore, poi c’è tempo per approfondire». Aggiunge l’assessore milanese (e compositore) Filippo Del Corno: «La classica è conoscenza e divertimento».
Si guarda avanti. Senza rinnegare il passato, quei nove anni «gloriosi» nati dalla visione di Francesco Micheli: «Dobbiamo molto al fondatore del festival», continua Del Corno. Ma ora bisogna pensare al futuro. In modo particolare ai bambini, cui è dedicato un cartellone speciale, tre concerti al giorno. Età: dai due anni in su. «Se ascoltano bene, cresceranno bene», dice il direttore artistico della manifestazione, Nicola Campogrande. E continua: «Ho scelto come tema Padri e figli perché mi sembra si adatti bene a una manifestazione che ha una lunga storia alle spalle ma che contemporaneamente si sta aprendo al nuovo. E penso che la stessa apertura stia avvenendo nell’universo della musica classica: amiamo il grande repertorio del passato ma ci accorgiamo sempre di più che abbiamo voglia di ascoltarlo in modo inedito, fresco».
Doppia sfida: offrire al pubblico programmi modellati sul tema scelto e coinvolgere le migliori realtà musicali delle due città. Il festival Mito Settembre Musica, realizzato da Fondazione per la Cultura a Torino e I Pomeriggi Musicali a Milano, si apre il 2 settembre a Torino (Teatro Regio) e il 3 a Milano (Teatro alla Scala) con due concerti del- la London Symphony Orchestra diretta da Gianandrea Noseda. Il programma è vastissimo, si va da Glimp, spettacolo pluripremiato per bambini, al concerto Paternità condivise di Mario Brunello; dalle sonorità del compositore argentino Alberto Ginastera al fado portoghese; dall’omaggio a Schumann nel concerto della Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Chailly con la pianista Beatrice Rana alle improvvisazioni, dalle incursioni nelle canzoni di Jobim alle creazioni di due delle più celebri compositrici del Novecento, Nadia e Lili Boulanger.
La classica proposta in modo accattivante. Con una grafica pop (a cura dello studio Mood 2016) e un nuovo sito, online da domani, 18 aprile. Per un festival all inclusive, coinvolgente: quest’anno Mito scrittura anche il pubblico, tutti sono invitati a partecipare (cantando) al concerto di piazza open singing. Anna Gastel azzarda un gioco di parole: «Mito è un festival di musica classica. Ma, ve lo assicuro, non sarà la classica musica».