Corriere della Sera - La Lettura
Tutto Emilio Isgrò in tre ore
Il rapporto con Milano, la devozione verso «I promessi sposi» «Che fatica cancellarli, aveva già fatto tutto Manzoni»
Palazzo Reale, il caveau delle Gallerie d’Italia, la Casa dello scrittore ospiteranno dal 29 giugno una grande retrospettiva. Che il maestro inaugura il 28 con una simil-performance nelle diverse sedi espositive
Sul taxi che dal suo studio-casa-archivio milanese, zona Rovereto, lo porta a Palazzo Reale, una delle tre sedi (con il caveau delle Gallerie d’Italia e Casa Manzoni) della grande retrospettiva con oltre 200 opere che gli sarà dedicata dal 29 giugno al 25 settembre, Emilio Isgrò, l’uomo delle cancellature su libri molto eccellenti — dalla Costituzione a Lolita — , sembra voler riportare alla luce certi frammenti della sua storia e della sua ispirazione: i trascorsi da giornalista (da cui arriva l’amore per quotidiani, riviste e altro, spesso adeguatamente modificati); la passione per la poesia (visiva e no) dall’afflitto Leopardi al fiammeggiante Foscolo «travestito da Jacopo Ortis»; la distanza dall’avanguardia a tutti i costi.
Sul sedile accanto a Isgrò (classe 1937, da Barcellona Pozzo di Gotto, provincia di Messina) c’è una grande cartella gialla: dentro la cancellatura di un libro ancora una volta molto speciale, la mitica Quarantana, versione dei Promessi sposi del Manzoni datata 1840-1842 con le litografie di Francesco Gonin, ristampata in facsmile dalla casa editrice Salerno e fornita all’artista dal Centro studi manzoniani. Dentro quella grande cartella gialla c’è in particolare la pagina di Don Abbondio e dei bravi appositamente «censurata» per «la Lettura», piccola anticipazione della triplice mostra milanese che a Casa Manzoni proporrà in particolare trentacinque volumi dei Promessi sposi. In qualche modo per Isgrò si tratta di un ritorno, cinquant’anni dopo I promessi sposi non erano due, versione in china su libri tipografici in box di legno e plexiglass da lui realizzata nel 1967 e anch’essa esposta a Milano. Mentre si avvicina Palazzo Reale Isgrò svela il segreto del numero di volumi cancellati: «All’inizio dovevano essere venticinque, quanti erano per Manzoni i suoi lettori, poi mi è scappata la mano, per amore e per passione, così sono diventati trentacinque, venticinque per quei lettori manzoniani, dieci per gli appestati».
Lo studio e la storia
Poco tempo prima nel suo studio (una palazzina di due piani degli anni Sessanta con una piccola corte interna dove alla mattina presto l’artista fa la sua passeggiata quotidiana), aspettando il taxi per Palazzo Reale, Emilio Isgrò perfezionava le cancellature attorno a Don Abbondio, controllava quelle della Monaca di Monza che troverà definitiva collocazione sulla scrivania di Casa Manzoni e raccontava le ragioni di questa mostra («Un segno di rinascita e di risveglio per Milano») e del suo ritorno ai Promessi sposi: «La mia intenzione iniziale era di cancellare il Ritratto di Manzoni di Hayez, ma quando ne ho parlato con Domenico Piraina e Michele Coppola, il direttore di Palazzo Reale e il responsabile dei Beni arc he o l o g i c i e s to r i co - a r t i s t i c i di I nte s a Sanpaolo, mi hanno avvertito che si trattava di una mission impossible senza coinvolgere il presidente del Centro manzoniano Angelo Stella».
Hayez, però, appartiene alla Pinacoteca di Brera e nemmeno il professor Stella poteva essere d’aiuto. Ma proprio da lui è arrivata la buona offerta: l’invito a fare qualcosa per noi con la copia della Quarantana. Sempre cancellando con quel suo piccolo pennello, Isgrò spiegava intanto la passione per Manzoni. Una passione nata quando, ancora bambino, aveva visto un’edizione economica nella vetrina dell’unica libreria di Barcellona Pozzo di Gotto. E cresciuta grazie all’«assoluta mancanza di pregiudizi dimostrata dall’aristocratico figlio di Giulia Beccaria»; al suo «occhio cinematografico e democratico così simile a quello di Pasolini»; alla «fiducia dimostrata nella forza del romanzo popolare». E alla potenza della sua lingua «più solida dell’acciaio». Anche se questa si è rivelata una delle «cancellazioni