Corriere della Sera - La Lettura
Apollo in castigo sulla Terra chiede aiuto a Percy Jackson
Miti Già in classifica il titolo che apre la nuova saga di Riordan, autore da 50 milioni di copie
Prendere o lasciare. Non esiste una terza possibilità con Rick Riordan. O si sta dalla sua parte e si accetta il modo divertito di rileggere e rendere attuali fatti e personaggi della mitologia greca; o si arriccia il naso per il suo fare irrispettoso, si sbuffa per il suo modo disinvolto di raccontare e ci si arrabbia per come e quanto l’autore si prende gioco delle varie divinità...
I lettori sembrano non avere dubbi: oltre 50 milioni di copie vendute fanno di Riordan, 52enne texano di San Antonio che oggi vive a Boston, uno degli autori più popolari e più amati dal pubblico. In Italia ha venduto 1,6 milioni di copie e nella primavera scorsa — quando per la prima volta è arrivato nel nostro Paese, a Bologna per la Fiera internazionale del libro per ragazzi — sono accorsi in 1.200 al Teatro Duse per incontrarlo e farsi firmare copie dei libri: un’accoglienza da popstar fatta di cellulari e iPad alzati per filmare e scattare foto e urla, applausi e tifo da stadio. Le dimostrazioni di affetto sono state ricambiate da Riordan, che ha risposto alle domande in italiano, lingua che sta studiando.
Una conferma della riordan-mania arriva ora con L’oracolo nascosto. Le sfide di Apollo, appena uscito e subito finito in vetta alla classifica dei libri più venduti. Per non smentirsi Riordan comincia il romanzo con una provocazione, facendo rovinosamente cadere un dio dell’Olimpo in un cassonetto della spazzatura dalle parti di Manhattan; e mica una divinità qualsiasi, ma l’affascinante Apollo, dio del sole e della musica.
Apollo si ritrova esiliato sulla terra a tempo indeterminato con in tasca un documento con la sua nuova identità da mortale: Lester Papado- poulos. È quello che succede a far arrabbiare Zeus.
Ora, se voi foste nei panni di un dio privato dei suoi superpoteri, tramutato in un ragazzino riccioluto e imbranato, catapultato nel traffico di New York, che fareste? La prima idea—da lettori di Riordan— sarebbe quella di andare a cercare PercyJacks on, il semidio che nella Grande Mela ci vive da anni, dal 2005 quando ha esordito nell’avventura bestseller Percy Jackson e il ladro di fulmini. Ed è proprio quello che nel romanzo fa Apollo: Percy lo guida al campo Mezzosangue, zona franca all’interno di Long Island, invisibile e inaccessibile ai comuni mortali. Qui Apollo, insieme con Meg, una ragazzina piena di sorprese, si trova a scontare la punizione di Zeus indagando sulla scomparsa di alcuni semidei. Una missione piena di insidie, tale da mettere in pericolo l’esistenza stessa dell’Olimpo: ha a che fare con la mitologia greca e la storia romana; con il più antico oracolo greco, quello che si trova nel Bosco di Dodona e con quel matto (ma guai a dirglielo) di Nerone.
I punti di forza del racconto sono gli incontri e, più spesso, gli scontri che Apollo fa con esseri straordinari come i nosoi, spiriti delle pestilenze e delle malattie, e i myrmekes, gigantesche formiche con antenne di tre metri, chele indistruttibili e mandibole sempre in movimento (avverte Apollo: «I myrmekes dovrebbero essere ai primi posti nella vostra lista dimostri da non combattere »). Il romanzo funziona quando Riordan fa fare alla storia cortocircuiti. Tra epoche: «Allora perché non ci sono cartelloni pubblicitari ovunque? E un sito web dedicato? Perché non ho mai visto un hashtag #boscodidodona sui so- cial?» (parlando dell’introvabile bosco di Dodona). Tra (riscritture di) poesie: come «Oh geyser, mio geyser,/ sempre caro mi fu il tuo ermo vapore!/ Nel mezzo del cammin di nostra vita/ io e Meg ci ritrovammo in una selva oscura/ e or ci domandiamo: che fai tu geyser nel bosco...» (composta da Apollo).
I punti deboli? Uno solo: Apollo non è Percy Jackson. Nonostante la scritta sulla cover italiana annunci (forse con un po’ di malizia) «Il ritorno di Percy Jackson» e l’immagine richiami l’avventura del semidio in La maledizione del Titano questa storia ha altri protagonisti. Intendiamoci: Apollo non ha nulla che non va, come non ha nulla che non va Magnus Chase, l’eroe nordico di Riordan di cui in autunno esce il secondo atto. Apollo è simpatico, magari un po’ troppo spavaldo; trattandosi di una saga in cinque atti, avrà tutto il tempo di farsi volere bene dai lettori. Ma Percy Jackson è al confronto un fuoriclasse: per caratteristiche del personaggio (compreso il difetto di cacciarsi nei guai) e, editorialmente, per la novità che ha rappresentato. Non a caso è insieme a Harry Potter, Greg la Schiappa, Geronimo Stilton e pochi altri, uno dei personaggi che ha più incontrato il favore del pubblico. Dei ragazzi e anche degli adulti.
Nadir Afonso (Chaves, Portogallo, 1920-Cascais, 2013), Apollo (2007, acrilico su tela, particolare)