Corriere della Sera - La Lettura
Hesse, il mese del primo amore è luglio
allegri con quelle storielle buffe che racconta il professore, e fanno tanto ridere Berta, gli arrosti squisiti e le altre leccornie che vengono servite; le p a s s e g g i a te non sono più solitarie; se piove, si gioca nel padiglione coperto ai birilli, o ci si rifugia nel chiosco; la sera, per i sigari, il cognac e il caffè, ci si trasferisce in terrazza. Una di queste sere, Thusnelde chiede a Paul se fuma. Paul dapprima risponde brusco che non gli piace fumare. Poi, ammette candido che non gli è ancora consentito. E lei, lasciando penzolare languidamente, dalla sedia a sdraio, la stupenda mano, piega il capo da una parte e gli rivolge un sorriso malizioso.
Paul, che a tavola ha bevuto un po’ di vino bianco, ha un tuffo al cuore. La notte non riesce a dormire. Berta è simpatica, carina, ingenua, divertente. Ma Thusnelde, com’è? Si può dire che è realmente bella? A lui p a r e d i s ì . E q u e l l a mano l a n g u i d a , l’espressione indolente, fra lo stanco e il divertito, con la quale guardava il cielo, persino quel modo sempre a metà fra il serio e l’ammiccante con il quale gli ha chiesto notizie della sua scuola, non sono le caratteristiche che distinguono le donne davvero affascinanti? Quando c’è lei, persino l’algido istitutore cambia atteggiamento.
Nel parco, oltre al grande faggio secolare, c’è anche un bellissimo salice piangente, talmente bello che tutto intorno al tronco gli è stata costruita una panca. Un giorno, i quattro giovani — Paul, Berta, Thusnelde, l’istitutore — ci arrivano a due a due per strade diverse. È un pomeriggio caldo, afoso. Il bosco è sonnolento. Paul siede alla destra di Thusnelde. Vede la sua mano sottile, bianca, con le unghie curate color madreperla, immobile sulla panca. E preso da un vero e proprio raptus di desiderio, fa l’unica cosa che pensa di poter fare: piano piano, senza però sfiorarla, avvicina la sua. Trascorre un tempo interminabile. Poi, Thusnelde alza la sua mano, la poggia con fermezza su quella di Paul, e ve la lascia. Paul ha il respiro mozzato. «Si è spaventato? Credevo che dormisse», lei ride. Dietro a loro, Berta scoppia a piangere.
Comincia a piovere. In casa suonano un pezzo del Peer Gynt. Quindi la musica si arresta. La compagnia si scioglie. Paul raccoglie delle roselline fresche e le dona a Thusnelde che gli dice: «Cosa ho fatto per meritarle? Temevo quasi che non mi potesse soffrire». Lui le risponde: «Ah, non si prenda gioco di me». La sera non piove più, l’aria si è rinfrescata, si sta benissimo dopo cena nel salotto, e Thusnelde ha infilato le roselline nella cintura del vestito. Ma la mattina seguente gli ospiti partiranno. E questo è terribile. Ti toglie il sonno, ti toglie la capacità di pensare e di agire. Stai lì, affacciato alla finestra, e nemmeno riesci contemplare il cielo stellato. Perché lei se ne va. E tu hai vissuto il tuo primo amore.