Corriere della Sera - La Lettura

LA LUCE SPLENDE ANCHE SUI VINTI

- Di GIULIO GIORELLO

«Aquell’epoca nessuno sapeva dove viveva Christmas e che cosa facesse dietro il velo di quel lavoro da negro allo stabilimen­to». È lo straniero, non importa se per condizione fisica o scelta morale. E quel nome? «Non ho mai sentito di nessuno che si chiami così», dice un suo compagno di lavoro. Eppure, è «come se in quel suono vi fosse un qualcosa che lui si portava addosso, come un fiore il suo profumo o un crotalo il suo sonaglio». Christmas è un Gesù al contrario: il suo vangelo è pieno di furore. Questo è l’indimentic­abile protagonis­ta di di William Faulkner, comparso a New York nel 1932 e in Italia nel 1939 a opera di Elio Vittorini, oggi disponibil­e nella nuova versione di Mario Materassi (Adelphi). Non sa nemmeno se considerar­si un nero o un bianco; ma sa di essere un ribelle disperato sempre più insofferen­te di ogni compromess­o. Accanto a lui un gruppo di figure che vanno da Lena, la donna che sembra inseguire chi l’ha messa incinta e che si troverà «sgravata» ( light) in estate, all’umiliato reverendo Hightower, per non dire della folla di «poveri bianchi» e di neri ancora più poveri che si aggirano «nella solitudine assolata della terra immensa». Domina quella luce ( light), «fulgida e nitida», che pervade l’agosto del Mississipp­i. Faulkner traccia l’epica della disfatta del Sud degli Stati Uniti nella Guerra civile (1861-65), la cronaca della terribile «ricostruzi­one» negli Stati della ex Confederaz­ione, il difficile emergere del suo Paese da sacche di povertà e ignoranza. Luce d’agosto è un poema in prosa non meno del Moby Dick di Melville, ma è anche un affresco delle ragioni dei vinti, benché fossero «cattive ragioni». Nel discorso del Nobel (1949) Faulkner disse che uno scrittore non deve mai «soggiacere alla paura» e coltivare invece «uno spirito capace di resistenza». È lo spirito che si ritrova in ogni pagina di questo romanzo privo di illusioni politiche ma colmo di un profondo senso di compassion­e. E di questa forma di laica pietà abbiamo bisogno oggi più che mai, di fronte alla crescente brutalità dei fanatici di tutto il mondo.

Luce d’agosto

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