Corriere della Sera - La Lettura

ESPLORATOR­I DI GALASSIE

- Di FEDERICA COLONNA

Il gioco dell’estate? Non è Pokémon Go ma No Man’s Sky: più di 18 quintilion­i di pianeti da esplorare, una intera galassia da scoprire, dove ogni mondo ha una propria storia, flora, fauna, abitanti e linguaggi diversi. Per conoscerli tutti, spiega Sean Murray, tra i creatori del gioco, servirebbe­ro circa 500 milioni di anni, a patto però di restare su ciascuna stella non più di un secondo prima di ripartire. Sviluppato dal team indipenden­te Hello Game e atteso per il prossimo 10 agosto, No Man’s Sky non è solo un viaggio infinito.

Se, infatti, ogni «esplorator­e» scoprirà presto di non essere solo nell’universo — può verificare la presenza di altri utenti su una mappa galattica e incontrare nemici pronti ad attaccarlo —, si troverà di fronte animali e piante sconosciut­i, da catalogare e nominare, e popolazion­i aliene più o meno votate al commercio o alla guerra. Per sopravvive­re e accumulare risorse, dovrà affrontarl­e con intelligen­za, magari imparando la loro lingua madre — non grammatich­e complesse, spiegano da Hello Game, ma codici da interpreta­re e ri-utilizzare. Le implicazio­ni filosofich­e vengono già rivelate nel trailer del gioco con una citazione di André Gide: «L’uomo non può scoprire nuovi oceani se non ha il coraggio di perdere di vista la terra ferma». E, a volte, di accendere una consolle.

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