Corriere della Sera - La Lettura
ESPLORATORI DI GALASSIE
Il gioco dell’estate? Non è Pokémon Go ma No Man’s Sky: più di 18 quintilioni di pianeti da esplorare, una intera galassia da scoprire, dove ogni mondo ha una propria storia, flora, fauna, abitanti e linguaggi diversi. Per conoscerli tutti, spiega Sean Murray, tra i creatori del gioco, servirebbero circa 500 milioni di anni, a patto però di restare su ciascuna stella non più di un secondo prima di ripartire. Sviluppato dal team indipendente Hello Game e atteso per il prossimo 10 agosto, No Man’s Sky non è solo un viaggio infinito.
Se, infatti, ogni «esploratore» scoprirà presto di non essere solo nell’universo — può verificare la presenza di altri utenti su una mappa galattica e incontrare nemici pronti ad attaccarlo —, si troverà di fronte animali e piante sconosciuti, da catalogare e nominare, e popolazioni aliene più o meno votate al commercio o alla guerra. Per sopravvivere e accumulare risorse, dovrà affrontarle con intelligenza, magari imparando la loro lingua madre — non grammatiche complesse, spiegano da Hello Game, ma codici da interpretare e ri-utilizzare. Le implicazioni filosofiche vengono già rivelate nel trailer del gioco con una citazione di André Gide: «L’uomo non può scoprire nuovi oceani se non ha il coraggio di perdere di vista la terra ferma». E, a volte, di accendere una consolle.