Corriere della Sera - La Lettura
Chiave, diapason, aghi, cuore, orecchio: strumenti per accordare strumenti
Giulio Passadori, 49 anni, bresciano, è nato al piano di sopra di un laboratorio di pianoforti. E dopo il periodo di apprendistato come allievo accordatore, da anni è tecnico accordatore da concerto, con diploma (al termine di prove severissime) della Steinway Academy. «Ho iniziato al teatro Grande, al Sociale, al San Carlino, al San Barnaba, tra la mia città e della provincia. Fino al Garda, dove ora si sono invece concentrati sul violino. Da un decennio seguo il concorso pianistico internazionale “Busoni” di Bolzano ma ho anche lavorato per il “Beethoven” di Bonn. Poi, tanti solisti straordinari, in giro per l’Europa». Tra i suoi clienti privilegiati — insieme con Lilya Zilberstein, Alexander Lonquich e altri ancora — Martha Argerich. La grande solista ha firmato sul telaio , venticinque modelli Steinway «B 211». «Ne sono stati venduti subito ventiquattro». L’ultimo? «Beh, l’ho preso io», confida Passadori. Daniel Barenboim ha scelto invece un mezzacoda: sempre venticinque esemplari ma del modello «A 188», firmati dal maestro. «Sono strumenti che costano circa 5 mila euro in più rispetto al prezzo fissato. Ma questi denari vengono destinati a progetti per giovani musicisti». Un budget indicativo? «Centomila euro di listino». I pianoforti gestiti da Passadori (i preferiti sono battezzati «Rufus», «Henry», «Leonard» e «Hamid») viaggiano sul suo furgone attrezzato. Dove si trovano anche i «ferri del mestiere». Che sono «la chiave per accordare, il diapason per la nota di partenza, strisce di feltro per bloccare le corde e cunei di feltro, gli aghi da intonazione per pungere i martelletti. Ma il primo attrezzo è il cuore. Insieme con l’orecchio, certo».