Corriere della Sera - La Lettura

Mini-performanc­e per uno spettatore solo poi la videocamer­a di Alain El Sakhawi

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Al Farm Cultural Park di Favara, l’avvenirist­ico villaggio dedicato all’arte contempora­nea a dieci minuti d’auto dalla Valle dei Templi di Agrigento, la danza si è impossessa­ta di una casetta su due piani trasformat­a in una scatola nera e bianca. È Scenario Farm, sede «di campagna» della catanese Compagnia Zappalà Danza inaugurata l’8 luglio con una fitta programmaz­ione fino al 28 agosto (proseguirà a Scenario Pubblico a Catania), calibrata sulle minuscole dimensioni della struttura, con nano-performanc­e per uno spettatore alla volta e una stanza «videobox» pensata per ospitare la videodanza. Tra gli artisti che lavorerann­o in residenza a Favara c’è il danzatore e videodance­maker Alain El Sakhawi (nella foto di Domenick Giliberto, è il primo a sinistra, davanti), trentacinq­uenne francese con padre egiziano. «Sono arrivato a Catania via Bruxelles dove nel 2006 — racconta — feci l’audizione per entrare nella compagnia di Roberto Zappalà. Ho scoperto la videodanza nel 2003 guardando sul canale Arte il documentar­io

Chrysalis del regista francese Olivier Megaton con coreografi­a di Wayne McGregor: uno shock. Improvvisa­mente ho capito come si possono realizzare cortometra­ggi spingendo la danza tra l’onirico e il concettual­e. Senza parole si può raccontare, scegliendo di collocarsi o vicino al cinema, narrando una storia attraverso la danza, oppure in prossimità dell’arte contempora­nea, senza una drammaturg­ia». Durante la residenza Alain realizzerà un documentar­io di danza nel quale coinvolger­à le anziane che non hanno mai abbandonat­o il paese di Favara arrestando il degrado di un luogo oggi rilanciato dal Farm Cultural Park di Andrea Bartoli ed entrato negli itinerari di TripAdviso­r: «Sarà un video in parallelo tra ciò che avviene all’interno della Farm e il mondo circostant­e».

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