Corriere della Sera - La Lettura

Omicidio in Arkansas Amazon Echo sul banco dei testimoni

James Bates trovò nella sua piscina idromassag­gio il corpo senza vita di Victor Collins. L’assistente virtuale del gigante di Seattle potrebbe aver registrato la voce dell’assassino

- di MARCO BRUNA

Il caso Quattro amici decidono di trascorrer­e una serata guardando una partita di football americano e bevendo. Al mattino uno di loro è morto. Il padrone di casa viene accusato di omicidio di primo grado. È il 22 novembre 2015, anniversar­io del delitto Kennedy. Nell’indagine finisce anche il dispositiv­o che esegue comandi vocali e quel giorno trasmettev­a musica in streaming

Il 21 novembre 2015, alle sei del pomeriggio, era in programma la partita di football americano tra gli Arkansas Razorbacks e Mississipp­i St a te . Si gi o c a va a Fa ye t te vi l l e , 77.142 abitanti, capoluogo della contea di Washington, in Arkansas. James Bates, 32 anni, impiegato nella multinazio­nale Walmart, aveva deciso di invitare nella sua casa di Bentonvill­e tre amici a vedere la partita: Victor Collins, Owen McDonald e Sean Henry. I Razorbacks persero 51 a 50. Il figlio di Bates, 5 anni, di cui l’uomo aveva la custodia, era a casa della madre. I quattro amici bevevano in compagnia, soprattutt­o birra e vodka. C’era musica in sottofondo. Dopo la partita decisero di rilassarsi nella piscina idromassag­gio che si trova in cortile, sul retro della casa. Bates disse loro che potevano fermarsi a dormire. Alla polizia dirà di essersi coricato verso l’1 del mattino e di aver lasciato Owen e Victor soli nell’idromassag­gio.

La mattina dopo, domenica 22 novembre, James Bates trovò nella piscina il cadavere di uno di loro, l’ex ufficiale di polizia Victor Collins, 47 anni, che galleggiav­a a testa in giù.

Il 22 novembre nel calendario della storia americana non è una data irrilevant­e. Frederick Forsyth in Dossier Odessa (1972) scrisse che in quel giorno del 1963 tutti sembravano «ricordare con grande precisione quello che stavano facendo». Oltre cinquant’anni dopo l’assassinio di Kennedy, l’omicidio di Victor Collins, ex poliziotto nato il 17 marzo 1968, residente a Centerton, Arkansas, sposato con Kristine e padre di cinque figli, riportò quella data nelle cronache nazionali. Soprattutt­o perché tra i testimoni del delitto potrebbe essercene uno speciale. Il dispositiv­o Amazon Echo: uno speaker che esegue comandi vocali, registra e risponde alle domande degli utenti. Quella sera Echo si trovava sul bordo dell’idromassag­gio e trasmettev­a musica in streaming ad alto volume.

Secondo i registri del dipartimen­to di polizia di Bentonvill­e, Arkansas, alle 9.37 del 22 novembre 2015 gli agenti Andrew e Adam Corbett risposero a una chiamata che proveniva dal 3502 di SW Elm Manor Avenue. Era l’indirizzo dove viveva Bates. L’uomo chiamò il 911 per denunciare la morte dell’amico Victor Collins. L’agente Andrew Corbett fu il primo a entrare in casa. Arrivò subito un’ambulanza. Alle 9.41 i medici confermaro­no il decesso di Collins.

Bentonvill­e è la decima città per numero di abitanti dello Stato dell’Arkansas. Il censimento del 2009 registrava 36.855 abitanti. Nel 2013 erano 40.167.

Questo è il racconto che James Andrew Bates, nato il 6 maggio 1984, fece agli agenti quando gli chiesero come fossero andate le cose la sera prima: Sean fu il primo ad uscire, intorno alle 23.10, dopo la fine della partita, come verrà in seguito confermato dall’indagine. Lui e gli altri continuaro­no a bere birra e vodka almeno fino all’una di notte, quando decise di andare a dormire. Lasciò Victor e Owen soli.

La mattina del 22 si svegliò verso le 9.30. Si aspettava di trovare i due amici addormenta­ti sui divani. L’appartamen­to era vuoto. Andò in cortile. Lì trovò Victor che galleggiav­a con la faccia all’ingiù nel- l’acqua. Corse verso la piscina idromassag­gio e girò il corpo dell’amico. Cercò di tirarlo fuori ma capì subito che non c’era più niente da fare. Chiamò il 911.

Sulla scena del crimine arrivarono anche i detective Andy Oliver, Tom Boyle e il capitano Justin Thompson. Boyle fotografò le stanze della casa e il cortile. Notarono che il rigor mortis era evidente soprattutt­o sulle braccia di Collins. L’acqua era sporca di sangue e di liquidi corporei. C’erano chiari segni di colluttazi­one sul corpo: l’occhio sinistro era nero e sulla palpebra c’era un piccolo taglio; le labbra erano gonfie e graffiate; il naso e la bocca insanguina­ti.

Non solo. I detective annotarono che sul bordo e nella zona intorno alla piscina idromassag­gio era stata spruzzata dell’acqua e che era più pulita del resto del pavimento del cortile. Come se qualcuno avesse voluto eliminare delle tracce. Per terra c’erano due cuscini gonfiabili, che i tre potrebbero aver utilizzato nell’idromassag­gio, e cocci di bottiglie. Nella mente degli investigat­ori si fece largo

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