Corriere della Sera - La Lettura
L’insonnia di Maria, bambina violata Il mostro che fa male si chiama papà
Traumi e segreti nel primo romanzo di Anna Giurickovic Dato
Una storia che colpisce fin dal primo, disturbante capitolo, l’esordio romanzesco di Anna Giurickovic Dato (Catania, 1989), La figlia femmina, che uscirà per Fazi il 26 gennaio. E che mantiene la tensione fino alla fine grazie all’efficace alchimia con cui l’autrice intreccia nella narrazione due diversi piani temporali.
Nel passato c’è un padre insospettabile che abusa della figlia, nel presente c’è quella stessa bambina violata, ormai cresciuta, che affronta una (all’apparenza innocua) serata casalinga con la madre e il nuovo fidanzato della madre. Quel che è successo tra i due momenti — ieri e oggi, infanzia e adolescenza — è raccontato solo alla fine del romanzo, che procede implacabile quasi come certi racconti di Irène Némirovsky.
Il passato di violenza mescolata alla vita quotidiana si svolge torbido nella luce di Rabat, in Marocco, dove la famiglia di un diplomatico italiano vive all’apparenza serena, ma isolata, in un mondo con cui comunica solo in superficie. Lì, nell’atmosfera del luogo estraneo, l’orrore si snocciola giorno dopo giorno con i suoi abominevoli nascondimenti, mentre le distanze tra i personaggi aumentano via via. Il mostro Giorgio torreggia onnipresente, viscido, granitico, la madre Silvia, che nulla sospetta, sembra avvolta da una nebbia di lontananza inetta, tra sognante e vacua, e la bambina Maria sembra rotolare dall’una all’altra figura, agitata da un conflitto straziante di emozioni e traumi.
Il presente, invece, si svolge a Roma, dove madre e figlia cercano di ricominciare a vivere ora che il mostro non c’è più: le tracce del male però sono ancora presenti, Maria «di notte passeggia per il corridoio buio» invece di dormire, e il rapporto che la madre ha con lei pare dominato da una cautela debole, ancora vagamente irreale come a Rabat. Che cosa è successo al padre-mostro, e che cosa succederà nella serata in cui cenano insieme Silvia, Maria e il nuovo arrivato Antonio, non va anticipato per non guastare la lettura. Ma la scena finale rivela tutte le ferite della ragazza e della donna, e la forza che piano piano cercano di ritrovare, inavvertitamente alleate.