Corriere della Sera - La Lettura
L’intersezione che rende liberi
Isaiah Berlin e Charles Taylor a confronto
Introdotto da un puntuale saggio di Sara Bignotti, viene proposto da Morcelliana con il titolo Individui, comunità, pluralismo il breve ma denso scambio intellettuale che alla metà degli anni Novanta intercorse tra Isaiah Berlin, che sarebbe mancato di lì a poco, e Charles Taylor, che all’epoca si interrogava sul costituirsi dell’identità moderna e sulla sua crisi. La relativa distanza cronologica non fa venire meno l’attualità della discussione, anzi. Il nodo centrale che accumuna i due pensatori è la riflessione sul pluralismo conflittuale dei valori, il tratto specifico della modernità e delle società democratiche più avanzate. Un problema che, lungi dall’essersi risolto, è venuto sempre più acuendosi negli anni da allora trascorsi.
Per Berlin il pluralismo può essere ordinato grazie a un ethos del compromesso che stia alla base della convivenza tra individui liberi, ma capaci di responsabilità e di razionalità. Il consenso avviene, per così dire, per «intersezione» tra le diverse posizioni attorno a un minimo universalmente condiviso, che consiste nella libertà del singolo.
A questa visione, Taylor aggiunge la convinzione che, al di là della libertà, l’individuo e di conseguenza la società abbiano anche un fine, non astratto ma storicamente situato, da perseguire: in ciò consiste la dimensione comunitaria del suo pensiero. In questo senso, la visione della democrazia liberale come progresso decisivo nella storia umana costituisce il monito più che mai attuale di questi due grandi figure intellettuali.