Corriere della Sera - La Lettura
C’è troppo fuoco e c’è poca carne
C’è il poliziotto cattivo e c’è la poliziotta bona. C’è il prete detective. C’è il super serial killer imprigionato in Vaticano. C’è il cardinale che spende patrimoni in crocifissi di ametista. C’è il commissario tabagista. C’è l’ostia nera per fare comunioni sacrileghe. C’è il balordo detto Scarafaggio. Ce n’è un altro detto Alchimista. Ce n’è un altro ancora detto Giocattolaio. C’è il più colossale blackout mai registratosi nella capitale d’Italia. C’è Roma che resta senza luce e senza gas h24, niente telefonini, ascensori, televisioni, computer, semafori, citofoni, boiler, allarmi. C’è un’antica e inquietante bolla papale (emessa da Leone X nel 1521) che scongiurava di non lasciare mai (ripetuto tre volte) Roma al buio pena l’Apocalisse (l’arrivo della sindaca Raggi?). Ci sono le Vedove di Dio, ordine di strettissima clausura che vive nei giardini di Sua Santità. C’è del tenero tra il prete detective e la poliziotta bona. C’è un segreto nella vita della poliziotta bona: ogni tanto prende una camera d’albergo, si sdraia nuda sul letto e si accoppia con sconosciuti (una volta pure con una sconosciuta e le piacque molto). C’è un bambino che fu rapito molti anni prima (echi del caso Emanuela Orlandi?). C’è la Nobiltà nera che trama nell’ombra. C’è il Tribunale delle Anime, ma non c’è l’anima, il vero tribunale. Ci sono disordini per le strade con morti. C’è una pioggia insistente e il Tevere che rompe gli argini. C’è che l’idea del libro è venuta all’autore quando l’orda degli hooligan olandesi vandalizzò la fontana della Barcaccia a piazza di Spagna e gli venne il sospetto che ci voleva poco per distruggere tutto quanto (Virginia Raggi?). Però non c’è il romanzo. Perché c’è troppa carne al fuoco? No, perché c’è troppo fuoco e poca carne. Ci sono tante forzature, situazioni che sembrano corvè da Isola dei famosi. Non c’è l’atmosfera struggente del romanzo precedente di Carrisi ( La ragazza nella nebbia). E mi manca.