Corriere della Sera - La Lettura

Preferenze e ossessioni degli artisti. Ecco una mappa con dodici abbinament­i

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Certamente non sarà una mostra «in grigio», quel grigio che Carolyn Christov-Bakargiev, direttrice della Gam e curatrice (con Marcella Beccaria, Elena Volpato, Elif Kamisli) della mostra che si inaugura il 13 marzo a Torino, definisce «il colore della guerra, delle bombe, dei terremoti», un colore a cui «siamo purtroppo abituati». L’emozione dei colori

nell’arte è appunto il titolo della rassegna che (tra il castello di Rivoli e la Gam di Torino) metterà insieme oltre 400 opere e più di 125 artisti: dai teosofisti che utilizzava­no le forme-colore come fonti per la meditazion­e e la trasmissio­ne immaterial­e del pensiero al pantone contempora­neo di Damien Hirst. Un viaggio nell’arcobaleno che cercherà di analizzare «l’utilizzo e il significat­o del colore». Alla ricerca di una nuova percezione che superi la standardiz­zazione imposta da Google. Alla mostra è così collegato un laboratori­o neuroscien­tifico «sull’esperienza del pubblico davanti alle opere d’arte» diretto da Vittorio Gallese, professore di Fisiologia umana presso il Dipartimen­to di Neuroscien­ze dell’Università di Parma, tra gli scopritori dei «neuroni specchio». Il Moma di New York ha, tra l’altro, già inserito la neuroscien­za nei suoi programmi, mentre alla Tate Modern di Londra nel 2014 si è tenuto un convegno sulla sinestesia, l’attivazion­e simultanea, anche nei confronti dell’opera d’arte e dei colori, di sfere sensoriali diverse. Dunque, a Torino ci saranno colori (grigio compreso) che saranno anche racconti di storie, di vite e di scienza. In queste pagine ne abbiamo scelti dodici.

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