Corriere della Sera - La Lettura
E Homo abilis cominciò a suonare il pianoforte
L’uomo quando ha incominciato a pensare in maniera complessa come noi, moderni umani? Un esperimento condotto da un gruppo di ricercatori dello Stone Age Institute dell’Indiana University americana, guidato dalla neuroarcheologa Shelby Putt, ha concluso che il pensiero umano articolato emerge 1,8 milioni di anni fa nel momento in cui gli antenati riuscivano a costruire manufatti litici a forma di mandorla (amigdala) con i bordi taglienti tutto intorno. Finora si riteneva che facoltà più avanzate fossero espressione di tempi più vicini a noi nella scala evolutiva. La scoperta è stata permessa dall’impiego di una nuova tecnica d’indagine (la spettroscopia funzionale nel vicino infrarosso) la quale attraverso un casco che proietta raggi laser nel cervello consente di vedere le aree neuronali collegate anche all’articolazione dei movimenti delle braccia garantendo una comprensione dell’azione più vasta e approfondita.
Già a partire da 3,3 milioni di anni fa i nostri progenitori rompevano delle pietre che rappresentavano i primi rozzi e poco efficaci strumenti (periodo Olduvaiano). Per questo si definiva l’Homo habilis. Ma 1,8 milioni di anni fa le necessità della sopravvivenza spinsero a cercare nuove capacità per cibarsi di sostanze a più elevata densità energetica come carne, tuberi sotterranei, nocciole. Le amigdale trovate nell’Africa orientale appartenenti a quell’epoca dimostrano il balzo della cognizione cerebrale, hanno spiegato i ricercatori sulla rivista «Nature Human Behavior». È allora, mentre si fabbricano strumenti più sofisticati e più efficienti, che il corpo assume dimensioni più grandi e il volume cerebrale aumenta. «Quindi anticipando il passaggio dalla scimmia all’uomo», nota la neuroarcheologa ipotizzando pure che contemporaneamente nasca il linguaggio.
Lavorando i primi sassi del periodo Olduvaiano, ha dimostrato il test, viene coinvolta una zona ristretta del cervello, mentre quando si completa l’amigdala (appartenente al successivo periodo Acheuleano) la zona è più estesa ed è la stessa che oggi si attiva negli apprendimenti più sofisticati come suonare il pianoforte.