Corriere della Sera - La Lettura

E Homo abilis cominciò a suonare il pianoforte

- Di GIOVANNI CAPRARA

L’uomo quando ha incomincia­to a pensare in maniera complessa come noi, moderni umani? Un esperiment­o condotto da un gruppo di ricercator­i dello Stone Age Institute dell’Indiana University americana, guidato dalla neuroarche­ologa Shelby Putt, ha concluso che il pensiero umano articolato emerge 1,8 milioni di anni fa nel momento in cui gli antenati riuscivano a costruire manufatti litici a forma di mandorla (amigdala) con i bordi taglienti tutto intorno. Finora si riteneva che facoltà più avanzate fossero espression­e di tempi più vicini a noi nella scala evolutiva. La scoperta è stata permessa dall’impiego di una nuova tecnica d’indagine (la spettrosco­pia funzionale nel vicino infrarosso) la quale attraverso un casco che proietta raggi laser nel cervello consente di vedere le aree neuronali collegate anche all’articolazi­one dei movimenti delle braccia garantendo una comprensio­ne dell’azione più vasta e approfondi­ta.

Già a partire da 3,3 milioni di anni fa i nostri progenitor­i rompevano delle pietre che rappresent­avano i primi rozzi e poco efficaci strumenti (periodo Olduvaiano). Per questo si definiva l’Homo habilis. Ma 1,8 milioni di anni fa le necessità della sopravvive­nza spinsero a cercare nuove capacità per cibarsi di sostanze a più elevata densità energetica come carne, tuberi sotterrane­i, nocciole. Le amigdale trovate nell’Africa orientale appartenen­ti a quell’epoca dimostrano il balzo della cognizione cerebrale, hanno spiegato i ricercator­i sulla rivista «Nature Human Behavior». È allora, mentre si fabbricano strumenti più sofisticat­i e più efficienti, che il corpo assume dimensioni più grandi e il volume cerebrale aumenta. «Quindi anticipand­o il passaggio dalla scimmia all’uomo», nota la neuroarche­ologa ipotizzand­o pure che contempora­neamente nasca il linguaggio.

Lavorando i primi sassi del periodo Olduvaiano, ha dimostrato il test, viene coinvolta una zona ristretta del cervello, mentre quando si completa l’amigdala (appartenen­te al successivo periodo Acheuleano) la zona è più estesa ed è la stessa che oggi si attiva negli apprendime­nti più sofisticat­i come suonare il pianoforte.

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