Corriere della Sera - La Lettura
Il chit batte il bit perché è trino Nascerà il computer chimico
Dalla diffusione di strumenti digitali si è imposto con sempre maggiore urgenza il problema della memoria. Il salvataggio di fotografie, video e app richiede un miglioramento continuo dell’efficienza dei dispositivi e un incremento dei bit, unità che conservano le informazioni. Il nostro cervello riesce a mantenere e rielaborare una quantità di dati impensabile per qualsiasi computer esistente. Alla base della sua efficienza ci sono principi fisici e reazioni chimiche. In uno studio pubblicato sulla rivista «Physical Chemistry Chemical Physics», un gruppo di chimici polacchi ha dimostrato che è possibile conservare dati disponendo tre gocce di particolari sostanze come la ferroina e il rutenio. Quando le goccioline, disposte a triangolo, entrano in contatto l’una con l’altra e vengono eccitate da sorgenti luminose, si verificano reazioni oscillanti che si propagano in modi diversi. Tale dispositivo chimico, detto «chit», svolge la stessa funzione del bit informatico, ma con più di due operatori logici. Infatti, mentre nel bit l’informazione è codificata in sequenze di uno e zero, nel chit compare un terzo valore che potrebbe essere destinato alla verifica della correttezza della conservazione di memoria. «La nostra unità di memoria chimica ha un potenziale leggermente superiore. Quando il sistema oscilla più lentamente, si può parlare di un ulteriore terzo stato logico», ha commentato Konrad Gizynski, ricercatore presso l’Istituto di chimica fisica dell’Accademia delle Scienze di Varsavia. Il governo polacco ha destinato cospicui finanziamenti allo studio dei chit, ma ci vorranno ancora molti anni prima di poter forse utilizzare un computer chimico.