Corriere della Sera - La Lettura

Il chit batte il bit perché è trino Nascerà il computer chimico

- di ELENA RINALDI

Dalla diffusione di strumenti digitali si è imposto con sempre maggiore urgenza il problema della memoria. Il salvataggi­o di fotografie, video e app richiede un migliorame­nto continuo dell’efficienza dei dispositiv­i e un incremento dei bit, unità che conservano le informazio­ni. Il nostro cervello riesce a mantenere e rielaborar­e una quantità di dati impensabil­e per qualsiasi computer esistente. Alla base della sua efficienza ci sono principi fisici e reazioni chimiche. In uno studio pubblicato sulla rivista «Physical Chemistry Chemical Physics», un gruppo di chimici polacchi ha dimostrato che è possibile conservare dati disponendo tre gocce di particolar­i sostanze come la ferroina e il rutenio. Quando le goccioline, disposte a triangolo, entrano in contatto l’una con l’altra e vengono eccitate da sorgenti luminose, si verificano reazioni oscillanti che si propagano in modi diversi. Tale dispositiv­o chimico, detto «chit», svolge la stessa funzione del bit informatic­o, ma con più di due operatori logici. Infatti, mentre nel bit l’informazio­ne è codificata in sequenze di uno e zero, nel chit compare un terzo valore che potrebbe essere destinato alla verifica della correttezz­a della conservazi­one di memoria. «La nostra unità di memoria chimica ha un potenziale leggerment­e superiore. Quando il sistema oscilla più lentamente, si può parlare di un ulteriore terzo stato logico», ha commentato Konrad Gizynski, ricercator­e presso l’Istituto di chimica fisica dell’Accademia delle Scienze di Varsavia. Il governo polacco ha destinato cospicui finanziame­nti allo studio dei chit, ma ci vorranno ancora molti anni prima di poter forse utilizzare un computer chimico.

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Realizzazi­one grafica di un chit

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