Corriere della Sera - La Lettura
Meno notifiche, più produttivi
Il test su se stesso di Daniel Dowling
Che cosa accade a un libero professionista se riduce la propria presenza online? Il test l’ha tentato e raccontato a «Fast Company» Daniel Dowling, fondatore del sito MillennialSuccess.io in cui elargisce consigli a giovani professionisti. «All’inizio dell’anno — confessa — mi è capitato di svegliarmi in preda all’ansia, sudato, per una settimana di fila. Avevo appena concluso progetti che mi avevano portato all’apice della carriera. Ero al sicuro da un punto di vista finanziario, mi sentivo appagato. Perché finivo per starmene in piedi nel mezzo della notte?». La risposta Daniel l’ha trovata durante una sessione notturna di «terapia della carta», sfogliando una rivista convinto che potesse favorire il sonno. Nello sforzo di soddisfare immediatamente le richieste dei clienti, capisce di aver confuso la reazione con la riflessione, dimenticando la chiave del successo: il tempo. «Mi sono ritrovato — spiega — a controllare le email 30 volte al giorno». Il detox, quindi, è cominciato come una vera e propria dieta, con poche regole scritte: niente social quotidiani; due sessioni di risposta alle email al giorno, una sola dedicata ai messaggi, la sera. Dopo un mese Daniel non ha perso clienti, ma è diventato più produttivo. Tanto da trasformare le nuove abitudini in una guida di tre norme. La prima: Facebook non va aggiornato tutti i giorni, va bene avere un profilo, per raccontarsi, ma senza postare contenuti inutili. Le email, invece, possono aspettare. Cosa? Una buona risposta, la quale, spesso, richiede concentrazione (senza dimenticare che per le urgenze esiste il telefono). Infine; anche gli sms possono attendere. Per questo è meglio disattivare le notifiche. Insomma, cari freelance: non serve produrre sempre contenuti, come jukebox delle idee. È più utile crearne di buoni. Meno, ma quando serve.