Corriere della Sera - La Lettura

Quinte nere per 136 spettatori in cima alle vie del borgo medievale

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Più un teatro è piccolo, più le competenze si concentran­o e i compiti si ripartisco­no tra pochi. Nel caso del Teatro Cesare Caporali, gioiello per 136 persone nel borgo medievale umbro di Panicale, Maria Paola Gori si occupa, per esempio, della gestione attraverso la Compagnia del Sole, associazio­ne culturale senza fine di lucro di cui è presidente dal 1996: dai rapporti con la Siae alla sistemazio­ne delle lampadine rotte, alla biglietter­ia, alle maschere, all’accoglienz­a degli artisti. Composta da 9 consiglier­i e molti volontari per lo più panicalesi, la Compagnia cura sia la stagione musicale sia quella di prosa, di cui il direttore artistico Renato Preziuso sceglie gli spettacoli proposti dal Teatro Stabile dell’Umbria. «Funziona così: una settimana prima dell’arrivo di una compagnia — racconta Gori — i responsabi­li mi informano delle esigenze degli artisti, per esempio se vogliono la quintatura nera. Ci occupiamo anche di questioni logistiche come il trasbordo dei materiali di scena. Dato che i camion che li contengono sono troppo ingombrant­i per arrivare davanti al teatro, bisogna scaricare in piazza e poi portare il materiale all’edificio, di 5 piani. Seguiamo insomma tutto il lavoro dietro le quinte». Fulcro culturale del paese, il Caporali è un polo d’attrazione: attori come Orso Maria Guerrini e Franca Valeri e musicisti come Klaus Huber, compositor­e e ideatore del festival Musica Insieme Panicale, che vive tra la Germania e il borgo umbro. La Compagnia del Sole organizza anche corsi attraverso la Scuola di Teatro per ragazzi. «Fare teatro è produrre cultura, socializza­re e trasmetter­e il rispetto per la “sacralità” del luogo».

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