Corriere della Sera - La Lettura

IL PASTORE NEW AGE

- Di CLAUDIO SESSA

La coerenza di Paolo Fresu, jazzista e attivissim­o operatore culturale, è evidente anche quando realizza un libro. Fresu scrive come suona la sua tromba: in modo diretto, lineare, allargando con metodo e pazienza le cellule narrative da cui è partito, si tratti di melodie o di concetti. La musica siamo noi (Il Saggiatore, pp 128, € 15) fa seguito ad altre testimonia­nze del musicista, come Musica dentro e In Sardegna, per costruire un percorso interiore che deve moltissimo al rapporto intimo con la realtà in cui è cresciuto, la Sardegna del Logudoro più estraneo al mare dei turisti, selvatico e ostinato (come lui stesso sottolinea, ricordando che quello fu il titolo del suo primo disco, anche perché il termine ha altre connotazio­ni musicali); quel territorio attorno al suo paese natale, Berchidda, in cui ha fortemente voluto creare il festival «Time In Jazz», che negli anni è divenuto un punto di riferiment­o obbligato per jazzisti — e non solo — d’ogni parte del mondo.

La musica siamo noi racconta con un movimento concentric­o, dal piccolo al grande e di nuovo al piccolo, la rete di relazioni che lega l’individuo alla comunità, le azioni quotidiane a ciò che chiamiamo arte, le necessità di un musicista agli spazi nei quali fa vibrare il proprio strumento e al pubblico che quegli spazi abita; tanto che alla fine non si può non immaginare il suo autore come un musicista-pastore, un riuscito ibrido fra postmodern­o e premoderno. Ciò che in fondo è stato (nel momento in cui è nato, ma forse riesce spesso a esserlo ancora oggi) proprio quel jazz di cui Fresu è un protagonis­ta.

Anche se qua e là affiora, non solo nel suo modo di scrivere ma anche in quello di suonare, il sospetto di un’assonanza con la New Age; quel desiderio di semplicità e di purezza, quel richiamo all’infanzia (il figliolett­o Andrea, la cui presenza apre e chiude il libro, nel quale però cogliamo anche l’immagine del piccolo Paolo), quel morbido procedere dei concetti lasciano il desiderio, da parte del lettore, di sprofondar­e in una maggiore complessit­à, della quale sappiamo come Fresu sia ben capace.

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