Corriere della Sera - La Lettura
Turisti di tutto il mondo riunitevi in Spagna
Il Paese più attrattivo Il turismo risorsa chiave per una terra che piace a ragazzi e anziani
Perché il turista, a Valencia, non si sente un pollo da spennare come a Venezia. Perché a Madrid può muoversi ovunque coni mezzi pubblici, mentre a Roma difficilmente può fare a meno dei taxi. Perché a Lloret de Mar o a Benidorm può fare bisboccia tutta la notte, senza rischiare una denuncia per schiamazzi, come nella pur godereccia Riccione. Perché a Barcellona può nutrirsi di tapas, 24 ore su 24, senza mai mettere piede in un ristorante. Perché a Ibiza o a Formentera non ha nemmeno bisogno di masticare un po’ di spagnolo, tanto parlano tutti italiano; e, a Bilbao, il solo Guggenheim vale già il viaggio. Ecco perché arrivano a frotte, i turisti.
Perché in Spagna c’è un’espressione come barra libre, che la dice tutta: non solo e non tanto che alla «fiesta» si beve gratis, quanto che si possono finalmente mollare i freni, perché i primi ti- ratardi ad amare libertà e baldoria sono proprio i padroni di casa. Vivere, divertirsi, spostarsi, sistemarsi è facile e accessibile quasi a tutti. Certo, non tutto è permesso, ma molto è tollerato. Il problema, piuttosto, è che a qualcuno non basta mai. Così ampie zone della Costa Blanca, della Costa Brava, della Catalogna o delle Baleari sono diventate, si sa, vittime del loro successo e di una movida esasperata. E così la sindaca di Barcellona, Ada Colau, ha gridato Ja n’hi ha prou!, versione locale dell’enough is enough di Theresa May, contro la satu- razione della città di Gaudí, guadagnandosi l’inedita accusa di «turismofobia». Ma per tre generazioni di europei, la Catalogna è stata spesso il teatro dell’estate dell’emancipazione e, non a caso, è diventata la regina dell’Erasmus.
Ovviamente un’industria che genera 125 miliardi di euro l’anno, l’11,2% del Pil, e che soltanto nel 2016 ha prodotto 80.688 nuovi posti di lavoro non può essere considerata dal governo spagnolo come un gigantesco luna park per tutte le età: il turismo è uno dei settori economici presi maggiormente sul se- rio dall’amministrazione, nella consapevolezza che playa y sol funzionano sempre ma non bastano. Occorre attrarre viaggiatori esigenti e acculturati, affascinandoli con l’eleganza dei paradores, il mistero dei monasteri dell’Estramadura, culla di una dozzina di conquistadores, come Hernán Cortés e Francisco Pizarro; l’intensità del Cammino di Santiago, le riserve naturali della Cantabria e delle Asturie. Oltre al triangolo d’oro dei musei madrileni (Prado, Reina Sofia, Thyssen-Bornemisza), i richiami hemingwayani della
festa di San Firmin, a Pamplona, le vestigia moresche di Siviglia, Granada e Cordova. Che, per inciso, dalla capitale, si raggiunge in un’ora e 40 di treno ad alta velocità.
Con il Plan del Turismo Español Ho
rizonte 2020, Madrid si propone di mantenere il comando del settore, approfittando anche della «tormenta virtuosa» che ha portato nella penisola, l’anno scorso, 75 milioni di turisti stranieri, molti dei quali impauriti dagli attentati in Turchia, in Tunisia o in Egitto. Tredici anni dopo la strage alla stazione di Atocha, la Spagna è percepita come una meta sicura, senza che la sicurezza sia ostentata o soffocante. E declina l’avverbio friendly per tutte le occasioni: gay, donne sole, famiglie. E pensionati: l’assistenza sanitaria, tra le migliori del mondo, infonde tranquillità ai turisti «seniores» che, non di rado, finiscono per stabilirsi.