Corriere della Sera - La Lettura

All’inizio ci sono i nonni, ma prima c’era un australopi­teco...

- Di GIUSEPPE REMUZZI

Come spiegare a un bambino da dove veniamo? Si parte dai nonni per risalire ai bisnonni, ai trisavoli, ai quadrisavo­li. E prima di loro? Luca parte da Neandertha­l — 50 mila anni fa — che forse parlava e forse no (e di certo beveva camomilla) e si incammina per un viaggio all’indietro. «Perché vi siete estinti?», chiede Luca ai Neandertha­l. «Chi lo sa...» e così comincia a capire le regole della scienza che è fatta di dubbi e di gradi di probabilit­à.

Nel nostro genoma, che è l’insieme di tutti i geni — di noi che siamo Homo Sapiens — ci sono pezzetti di Dna di Neandertha­l; e chi lo spiega ai bambini? Telmo Pievani lo fa con una facilità disarmante: «Secondo i racconti dei vecchi del clan era successo che un uomo di Neandertha­l prendesse in moglie una Sapiens». «Ma se sono specie diverse chi c’era prima?». Mi pare di vederlo Luca: «Non avremo mica un antenato comune?». È proprio così, l’hanno trovato a Heidelberg ma veniva dall’Africa passando per l’Asia e ce ne sono altri di rametti dell’evoluzione che dipendono pare da questo antenato comune. Chissà se Luca nel seguire tutti questi spostament­i si sarà fatto una sua idea sul perché di quei barconi tutti pieni di gente di colore che si vedono in tivù quando i grandi guardano il telegiorna­le.

Poi Luca si imbatte in Sediba, l’australopi­teco da cui forse discendiam­o tutti, o forse no perché un milione di anni prima o giù di lì in Etiopia c’era già Lucy. È lei l’antenato più famoso fra quelli «molto vecchi», si regge su due piedi, con una falcata, a giudicare dalle impronte lasciate sulla lava, molto simile alla nostra. Poi però Luca incontra gli Ardipitech­i vissuti sempre in Etiopia fra 4 e 5 milioni di anni fa a loro volta vicini agli scimpanzé (che manco a dirlo condividon­o con noi il 98,4 percento del Dna ma allora perché siamo così diversi? Mah...).

C’è niente di più importante della scienza per assicurare un futuro all’umanità? Penso di no. Ma per avvicinare i bambini alla scienza servono le favole: quella dell’evoluzione è fantastica di suo e Telmo Pievani ( Sulle tracce degli antenati, Editoriale Scienza, pp. 140, € 19,90) la racconta in un modo delizioso.

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