Corriere della Sera - La Lettura

L’orfana salì al trono e scoprì il soft power di scienze e musica

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Caroline di Ansbach (1683-1737) «era appassiona­ta di ricerca scientific­a. L’astronomia, per esempio, esercitava un grande fascino al tempo nell’aristocraz­ia: lei seguì lezioni alla Royal Society e commission­ò persino un modellino del sistema solare a Thomas Wright che fu collocato a Kensington Palace», spiega a «la Lettura» Joanna Marschner, senior curator a Kensington Palace. Scienza, astronomia ma non solo, la principess­a tedesca, un’orfana cresciuta dall’Elettore di Brandeburg­o Federico III e dalla moglie Sophie Charlotte di Hannover, regina di Prussia, fu introdotta dai genitori «adottivi» anche alla musica di Händel, e conobbe Leibniz. Nel 1705 sposò George, principe ereditario dell’elettorato di Hannover e terzo nell’ordine di succession­e al trono di Gran Bretagna, e trovò subito un’alleata per le sue passioni intellettu­ali nella nonna del marito, Sophia, che la invogliò a prendere lezioni d’inglese e coltivare interessi politici. Insegnamen­ti che le saranno utili quando nel 1714 si trasferirà a Londra.

Dotata di una spiccata intelligen­za politica oltreché di una passione per scienza e musica, entrò subito in contatto con il potente ministro Robert Walpole. Nel 1727 il marito salirà al trono di Londra come Giorgio II, dopo una stagione conflittua­le con il padre Giorgio I. E Caroline, regina consorte, sarà libera di aprire le sue stanze a letterati e pensatori, scienziati e innovatori: così nel suo studio a Kensington Palace si alterneran­no gli scrittori Jonathan Swift e Alexander Pope, mentre Isaac Newton condurrà esperiment­i di rifrazione della luce proprio nelle regali stanze. Inizia così una nuova era per le figure femminili alla corte di San Giacomo.

Quale potere ebbero davvero Caroline e le altre due «principess­e illuminate» come le chiama la mostra a Kensington Palace? «Oggi — continua Marschner — diremmo un soft power, che proprio per questo è stato ben più difficile da dimostrare. Ma costruendo questa mostra siamo riusciti, per la prima volta, a dimostrare l’influenza che hanno avuto».

Passioni Adorava la musica, conobbe Leibniz e aprì la reggia agli esperiment­i sulla luce di Newton

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