Corriere della Sera - La Lettura

Muse, divinità e la «zingarella» nel presidio della IV Legione

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La città di Zeugma, in greco «ponte», nell’odierna provincia turca di Gaziantep, deve il suo nome al ponte di barche che la collegava con Apamea sull’altra riva dell’Eufrate. Fondata intorno al 300 a.C. come Seleucia sull’Eufrate da Seleuco, generale di Alessandro Magno, nel 64 a.C. fu conquistat­a dai Romani, e nel periodo imperiale fu un importante porta sull’Oriente, a collegare Antiochia, attraverso la Persia, con la via della Seta e la Cina. Qui era stanziata la Legione IV Scitica, i cui soldati e ufficiali arricchiro­no l’economia e vi trasferiro­no i loro modelli culturali. Nel 253 d. C. fu invasa dai Persiani Sasanidi e poi subì un devastante terremoto, dopo il quale sopravviss­e come modesto villaggio sotto i bizantini e poi gli arabi. Dal 1987 incomincia­rono gli scavi archeologi­ci, segnati però da numerosi furti. Ville romane rivelarono molti mosaici di carattere epico e mitologico, oggi allo Zeugma Mosaic Museum. Dal 1996 partirono gli scavi di salvataggi­o dalle acque della Birecik Dam, il lago artificial­e che oggi sommerge l’80% del sito. Nel 2014 furono trovate altre ville romane con mosaici in vetri policromi del II-III secolo d.C., perfettame­nte conservati perché protetti da uno strato di macerie dal tempo delle incursioni persiane. Uno raffigura le nove Muse in altrettant­i medaglioni, con al centro Calliope, la musa di Omero; un altro Oceano e Teti circondati da creature marine, con colori vivaci e raffinati dettagli pittorici. Nel 2017 il governo turco ha avviato le trattative con la Bowling Green State University in Ohio per la restituzio­ne di frammenti del mosaico-simbolo di Zeugma, la Gypsy Girl, la «zingarella» dallo sguardo enigmatico che alcuni identifica­no con Gaia, la Terra.

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Oceano e Teti in un mosaico di Zeugma

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