Corriere della Sera - La Lettura
Immagine e parola hanno tra loro un legame radicale Il Terzo Paradiso è la mia impronta
L’immagine e la parola hanno tra loro un legame radicale che risale ai primordi. Da quando cioè un artista ignoto ha volutamente lasciato l’impronta della sua mano sulla parete della caverna. Quella mano virtuale dà origine al linguaggio segnico, che permette la comunicazione del pensiero. Possiamo dire che quella impronta equivale alla parola «mano». Il mio lavoro d’artista è iniziato con una ricerca sull’immagine, ma appena raggiunto un risultato ho sentito il bisogno di scrivere per adeguare il mio pensiero a quel lavoro. Da allora la scrittura diviene, sempre più frequentemente, parte integrante del mio lavoro. Oltre a inserire frasi scritte nelle installazioni, mi sono dedicato alla scrittura anche in senso specificatamente letterario: il libro L’uomo nero, il lato insopportabile del 1969, ne è la testimonianza. E poi ovviamente non ho potuto fare a meno d’impiegare la scrittura per stilare i diversi Manifesti che ho pubblicato nel tempo, come L’arte assume la religione del 1978, o Progetto Arte del 1994, dal quale nasce Cittadellarte a Biella, un laboratorio di ricerca internazionale, che pone «l’arte al centro di una trasformazione responsabile della società». La comunicazione verbale e scritta diviene per me sempre più necessaria, proprio nello sviluppo dei rapporti tra arte e società ai quali mi dedico ormai assiduamente. Poi, a un certo momento, ho tracciato un segno, una linea che intersecandosi due volte forma tre cerchi consecutivi. È la mia impronta nella caverna. Una quantità incalcolabile di parole è contenuta in quel segno: parole artistiche, scientifiche, spirituali, politiche, parole estetiche, etiche, emotive e razionali, parole che connettono il presente al passato e al futuro. È un segno simbolico il cui nome divulgativo è Terzo Paradiso.