Corriere della Sera - La Lettura

Rimpicciol­isco «Notre Dame de Paris» e forse viene persino meglio così

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Pierfranco Sofia, quarant’anni, è nato in Svizzera da una famiglia italiana. «Ora ho la cittadinan­za elvetica perché ho deciso di rimanere qui a Lugano ma le mie radici non le nascondo», dice il responsabi­le degli allestimen­ti tecnici del Lac, il centro multicultu­rale di Lugano sede di concerti, spettacoli teatrali e musicali così charmant da attirare molto pubblico anche dalle vicine Italia e Germania. «Il mio ruolo — racconta Sofia — è quello di organizzar­e e guidare le stagioni teatrali e musicali ospitate nella nostra grande sala che però si affianca a spazi più piccoli altrettant­o funzionali», dice Sofia. E quali sono i problemi più complicati da affrontare? «La stagione teatrale si rivela essere quella più complessa. Noi entriamo in azione dal punto di vista tecnico dopo che le due stagioni sono state definite a livello artistico. Stagioni in lingua italiana (con alcune eccezioni), poi danza e concerti. Occorre studiare e organizzar­e una vera e propria filiera produttiva. Dai contratti con gli artisti alla verifica delle apparecchi­ature tecniche». E per le occasioni più complesse? «Mi ritrovo anche sul palcosceni­co a guidare i lavori e le prove tecniche. Ma sempre di meno. Il nostro spazio teatrale è molto giovane ma sta crescendo». Duecentove­nti spettacoli a stagione, in uno spazio duttile e attrezzato. Questo vale sempre? «Non sempre, anche se poi le compagnie ospiti restano sempre soddisfatt­e. Per le repliche di Notre Dame de Paris, quella produzione è stata costretta a ridimensio­nare le proprie scenografi­e adattandol­e al nostro palcosceni­co». E in teatro c’è chi assicura che la resa sia stata persino migliore.

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L’elvetico Pierfranco Sofia (40 anni) lavora al Lac di Lugano, in Canton Ticino (Svizzera)

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