Corriere della Sera - La Lettura
Risanare conti, programmare la prosa Il fuoriprogramma del violinista
AEttore Pellegrino piacciono le scommesse difficili: per esempio ha sanato, insieme alla squadra del Teatro Marrucino di Chieti di cui è direttore artistico dal 2010, i debiti ereditati dalle gestioni precedenti e trasformato quell’ente in un teatro virtuoso. «Cerchiamo di non spendere più soldi di quelli di cui disponiamo, che sfortunatamente sono sempre meno, e di mantenere allo stesso tempo un alto livello di qualità negli allestimenti». Funziona così: il Cda del teatro gli dice quanto può spendere per le attività complessive e lui invita le compagnie e gli artisti che gli permettono di non sforare quel budget. Arrivato a ricoprire quella carica per la sua chiara fama di violinista, è grazie all’attività di concertista se ha conosciuto artisti come Daniel Barenboim e Myung-whun Chung, con cui ha suonato lo scorso luglio in Giappone, durante una tournée cameristica che lo ha portato per due mesi dalla Cina all’Ungheria. «Il Marrucino è un gioiello ma defilato, di nicchia. La rete di contatti del direttore artistico è in questo caso fondamentale per convincere gli artisti a esibirsi da noi, attraverso rapporti personali che si sono consolidati nel tempo». In quel teatro di 400 posti in cui di solito registrano il sold out, Pellegrino si è lanciato in avventure come la realizzazione di una Tosca del regista Giancarlo Del Monaco ambientata nella Roma durante l’occupazione nazifascista, e una versione della Traviata che ha prodotto con la regia di Michele Mirabella. Al Marrucino, a parte la stagione lirica, ci sono la prosa, le attività sinfoniche, l’operetta, il teatro per ragazzi e il teatro dialettale. E il prossimo anno si terranno iniziative speciali per celebrare il bicentenario del teatro.