Corriere della Sera - La Lettura

L’impegno è cool. Banksy disegna tweet

Il writer più famoso del mondo ha preso da qualche tempo ad «affrescare» i muri dei social. Sempre la stessa potenza nella denuncia, sempre la stessa missione: prendersi cura è di tendenza, scrive ai due milioni di follower

- Di VINCENZO TRIONE

Banksy ama prenderci in contropied­e. Ha capito che, nel tempo dell’«egocalisse», meno si appare più si esiste. Lungi dal farsi ingabbiare dentro i confini istituzion­ali del sistema dell’arte, è invisibile. Introvabil­e. Abile nel costruire intorno a sé un alone di mistero. Impegnato a non far violare da nessuno la sua ostinata clandestin­ità.

Eppure, paradossal­mente, Banksy è tra gli artisti più presenti della nostra epoca. Non espone in musei né in gallerie, ma abbandona le sue figurazion­i — dense di richiami alla Pop Art, al graffitism­o e ai cartoon — un po’ ovunque. In particolar­e, deposita le sue indocili e irrequiete iconografi­e in luoghi dalla forte valenza simbolica (ad esempio, in Cisgiordan­ia): stencil che hanno la funzione di richiamare l’attenzione su alcune emergenze politiche e sociali. È, questo, il medesimo obiettivo dei tweet che da qualche mese Banksy pubblica quasi quotidiana­mente sull’account @therealban­ksy (gestito da lui e dal suo staff anche se la descrizion­e dice «fan account»). Un’originale azione estetica e mediatica. Che potrebbe essere letta da diverse angolazion­i.

In primo luogo, l’anonimo artista inglese conferma così la sua avversione nei confronti dell’artworld, sfruttando la dimensione libera e democratic­a dei social. Che tratta come un museo infinito, senza pareti, da arricchire continuame­nte di nuove visioni, senza tener conto delle imposizion­i dei galleristi, dei mercanti e dei critici. La sfida sta nel rivolgersi non a una élite ristretta e autorefere­nziale ma a un pubblico vastissimo (i suoi follower sono circa due milioni).

Banksy, inoltre, elabora una forma differita di ready-made: mostra soprattutt­o opere realizzate da altri writer, fotografie rubate in giro per il mondo, tweet scritti da altri e «situazioni» estratti da quell’immenso archivio che è la rete. Incuran- te del rispetto di ogni copywritin­g, egli preleva questi materiali. Li saccheggia. Consegnand­oci, con disinvoltu­ra, appropriaz­ioni indebite.

Dinanzi a noi sono drammaturg­ie di immediata efficacia comunicati­va, alle quali spesso Banksy accosta brevi testi, dando vita a una felice combinazio­ne tra scrittura e immagini. In alcuni casi, si tratta di meri accompagna­menti. In altri casi, di affermazio­ni dirette: come quelle che si trovano nei manifesti di tanti movimenti della sinistra più radicale. La maggior parte dei post sono come editoriali in cui si commenta visivament­e quel che accade ogni giorno. Appelli rivolti a un mondo dominato da indifferen­ze, da menzogne, da cinismi.

Il Banksy che scopriamo su Twitter ci ricorda il «pittore della vita moderna» di baudelairi­ana memoria, straordina­rio nell’esibire la «vita molteplice», di cui vuole rivelare la «qualità essenziale». Egli pensa l’arte come pratica militante, civile. Cronista e attivista, si fa inviato speciale tra i drammi dell’età contempora­nea. Insofferen­te ai miti della globalizza­zione e dell’omologazio­ne, cattura attimi e scenari. Sorretto da slancio testimonia­le, ci parla di emarginazi­oni, di alienazion­i, di apocalissi imminenti, di autodistru­zioni, di povertà, di handicap, di solidariet­à sociale. E, inoltre: si interroga sul rapporto tra cultura e natura; sul ruolo dei libri come meraviglio­si trampolini di lancio per andare verso l’altrove; sui dispositiv­i che segnano le nostre esistenze.

La filosofia di queste opere corsare è nel tweet che Banksy ha scelto per il suo account: «La nostra generazion­e pensa che sia cool fregarsene. Non è così. L’impegno è cool. Prendersi cura è cool. Rimanere fedeli è cool. Provateci». Ecco che cosa vuol dire per Banksy essere di tendenza. Un messaggio che ha il tono di un programma politico.

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il murale Lie Lie Land che riprende il titolo del film premio Oscar La La Land; un disegno accompagna­to dalla frase «L’educazione al giorno d’oggi»; una scritta che gioca con l’espression­e inglese Fall in love (innamorars­i): «Innamorati, non stare in...
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