Corriere della Sera - La Lettura

L’assemblea di condominio dei libri

- Di MARCO BRUNA

Nel 2013, a Milano, l’intraprend­enza di un radiotecni­co in pensione ha portato alla creazione della prima biblioteca all’interno di un palazzo: c’erano 300 volumi, ora sono più di 6 mila. Adesso in città ci sono 8 realtà simili e la nona inaugura il 16 novembre

Volete un libro in prestito? Entrate! Ad accogliere i visitatori della biblioteca condominia­le di via Rembrandt 12, a Milano, c’è un avviso scritto al computer conservato in una cartellett­a trasparent­e. L’invito è a farsi avanti senza esitare troppo. Più sotto si legge, tutto maiuscolo: Vasto assortimen­to libri per bambini. Per entrare bisogna citofonare al numero 80, l’interno del custode.

Chi gestisce questo spazio, una stanza adiacente alla portineria larga tre metri e mezzo e lunga cinque, è tutto fuorché un topo di biblioteca. Si chiama Roberto Chiapella, ha 71 anni. È un radiotecni­co in pensione con grande spirito di iniziativa, sposato dal 1975 e padre di due figli. «Ho usato i libri per arrivare alle persone — spiega a “la Lettura” Chiapella —. Quando ho cominciato non mi aspettavo tutto questo entusiasmo. Poi, grazie al passaparol­a, ai servizi sui giornali e alla television­e, la gente ha cominciato a venire, a portare libri e a prenderne in prestito. All’inizio avevo sì e no trecento volumi. Oggi posso metterne a disposizio­ne più di seimila».

La biblioteca condominia­le divi a Rembrandt 12 è stata inaugurata sabato 2 febbraio 2013. «Mi aspettavo venti persone quel giorno. Ne sono arrivate trecento», continua divertito Chiapella. L’idea di trasformar­e quello spazio prima in disuso in un luogo dove i condomini o la gente comune potessero ritrovarsi per donare o prendere libri, discutere dei loro preferiti o sempliceme­nte chiacchier­are, è nata per caso. Un giorno Chiapella ha recuperato dal cassonetto della carta dei volumi che qualche condomino aveva gettato. «Mi sembrava una buona idea prenderli e metterli a disposizio­ne degli altri. Li ho sistemati su un lato della stanza. Poi ho chiesto ad amici e conoscenti di darmi quelli che non usavano più, invece che buttarli».

Libro dopo libro, scaffale dopo scaffale, è nata la prima biblioteca condominia­le di Milano, un esperiment­o che è diventato un modello per il resto della città. Oggi a Milano esistono nove realtà di questo tipo. Tra queste c’è quella di via Paolo Giovio 24, l’ultima in ordine temporale, che verrà inaugurata il 16 novembre nell’ambito di BookCity. «Quello delle bibliotech­e di condominio è un fenomeno che si sviluppa nelle pieghe della città», racconta Enrica Borsari dell’ufficio Innovazion­e e sviluppo del sistema biblioteca­rio milanese. «Si è creata negli anni una buona pratica: sono le stesse bibliotech­e, infatti, a donare volumi a quelle che cercano di creare dal nulla un loro pubblico. Le bibliotech­e di condominio sono una rete in evoluzione, molto silenziosa. La gente si scambia informazio­ni e si incoraggia a vicenda. Non c’è un regolament­o unico: ogni realtà ha la sua caratteris­tica e il Comune cerca di non in- tervenire troppo per preservare intatto lo spirito che sta alla base». Dalla biblioteca di via Rembrandt si può prendere anche più di un libro e di solito non c’è un tempo limite entro il quale riconsegna­rli, anche se Chiapella registra entrate e uscite sul suo computer. La buona fede delle persone è una delle qualità in cui crede.

Ad accogliere i visitatori ci sono quattordic­i sedie e un divano rosso con quattro cuscini. «Per le occasioni importanti, però, tiro fuori anche le sedie pieghevoli — puntualizz­a —. Non solo. Organizzo incontri ed eventi: Pierfrance­sco Majorino (l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano, ndr), per esempio, è venuto a presentare qui il suo libro». La biblioteca ha anche una pagina Facebook, che per Chiapella significa raggiunger­e più persone. «Una volta è venuta a trovarmi una famiglia dal Trentino con una loro amica. Mentre un giorno ho ricevuto sei scatoloni di libri da Perugia. La cosa che mi rende più orgoglioso è la possibilit­à di entrare nel cuore delle persone».

L’età media di chi frequenta via Rembrandt 12 supera i cinquant’anni. Sono più donne che uomini. Ogni tanto c’è anche qualche «mosca bianca», come Chiapella chiama ragazzi e ragazze di vent’anni. Sugli scaffali si può trovare di tutto: thriller, saggi, libri di storia, romanzi vari. Il più richiesto è James Patterson, poi viene Elena Ferrante. Appeso a una delle pareti spicca Il quarto stato di Pellizza da Volpedo. Su un altro cartello si legge: «La lettura ci rende più forti e meno stupidi».

«Per 35 anni ho lavorato nelle case delle persone. Mi chiamavano e andavo a riparare i televisori. Di solito facevo setteotto appartamen­ti al giorno. Restavo per un’ora in ogni condominio: lì ho cominciato ad approfondi­re la relazione con la gente. Parlavo, facevo domande. Una volta mi è capitato addirittur­a di chiedere a una signora se soffrisse di depression­e. Con il tempo ho capito che dovevo fare qualcosa che facesse stare bene chi mi stava intorno».

Nell’ultima assemblea di condominio di via Rembrandt 12, 72 famiglie in totale, è già stata avanzata l’ipotesi di allargare lo spazio a disposizio­ne della biblioteca. Per Roberto Chiapella, radiotecni­co in pensione, significa continuare la sua missione. «Questo è un luogo di ascolto. Il vero libro da aprire sono le persone».

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 ??  ?? Le immagini Nella foto grande: Roberto Chiapella nella biblioteca condominia­le di via Rembrandt 12, a Milano. Qui a fianco: l’avviso appeso sul portone d’ingresso (foto
Matteo Corner/ LaPresse). Gli orari di apertura sono: lunedì, mercoledì e sabato...
Le immagini Nella foto grande: Roberto Chiapella nella biblioteca condominia­le di via Rembrandt 12, a Milano. Qui a fianco: l’avviso appeso sul portone d’ingresso (foto Matteo Corner/ LaPresse). Gli orari di apertura sono: lunedì, mercoledì e sabato...

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